
La realtà virtuale
ci ha da sempre abituati a un’immersività totale, caratterizzata
dalla prima persona e l’utilizzo delle nostre mani. Prima ancora che il mondo della VR divenisse “realtà” ed entrasse nelle nostre
case, il cinema e l’immaginario collettivo la proponevano
esattamente come poi, anni dopo si palesò. Fortunatamente, il mondo della realtà virtuale propone dei videogiochi con variegate esperienze, alcune di queste permettono la
visuale in terza persona, consentendoci di ammirare il nostro
personaggio a 360°.
Moss, Hellblade:
Senua’s Sacrifice VR ed Edge of Knowhere sono solo alcuni fra i più
blasonati. Videogiochi in cui
la nostra esperienza vive di un’immersività differente
dall’immaginario collettivo, che ripone nella VR, l’idea di
vivere in prima persona l’esperienza proposta. Ven è un gioco
accompagnato da questa peculiarità; Monolitic games ci presenta il
suo platform in realtà virtuale in terza persona, che ricorda in tutto e per tutto i
platform che, negli anni ‘80/’90, riempivano le sale giochi e ravvivavano le case di tutti gli appassionati, adulti e bambini. In particolar modo Ven ricorda il famoso e amato Crash Bandicoot, che fece la sua prima
comparsa sulla storica console: Playstation 1.Ven riprende buona
parte delle meccaniche del succitato titolo, e ci porta in
un’ambientazione che, inevitabilmente, ricorda quelle del
passato.
Se questo ai novizi
del mondo della VR può sembrare un punto a favore, in realtà
rappresenta la più grande debolezza del titolo, perché limita le
potenzialità della realtà virtuale, relegandoci alla sola
esperienza "visiva" in VR.
Chi di noi non ha
amato l’interazione col mondo di gioco in Moss? Spostare una
piattaforma con le nostre mani, per permettere alla nostra cara
topolina Quill di oltrepassare da un punto a un altro, si traduce in pura
consapevolezza delle potenzialità della realtà virtuale.
Ven non fa questo,
Ven ci ripropone le meccaniche del passato, in realtà virtuale,
senza inventare nulla di nuovo, e, quando finalmente mostra una
peculiarità della VR permettendoci di interagire direttamente col
mondo di gioco, lo fa in modo troppo semplice ed infantile, cadendo
nella banalità. Le poche volte in cui potremo effettivamente
intervenire noi stessi attraverso l’uso delle nostre mani nell’avventura,
dovremo avvalerci di meccaniche piatte e molto semplici, che in poco
tempo risultano essere noiose.
Il fulcro
dell’avventura, risiede nella capacità di sopravvivere, superando
ostacoli come: presse, ventole in movimento, spuntoni che emergono
dal terreno, tubi roteanti, nastri girevoli e così via. Insomma un elenco di quegli ostacoli che caratterizzarono, per l’appunto, i
platform di ormai 20/30 anni fa. Un dato questo che si scontra
violentemente col mondo della realtà virtuale, che tenta di
reinventare il “videogioco”, donandogli quanta più immersività
possibile, e permettendoci di sperimentare meccaniche di gioco altrimenti impossibili.

Visivamente Ven si presenta dignitosamente, fa uso di una risoluzione dinamica che permette una cura nei dettagli di alcuni elementi come: il nostro personaggio, i nemici e determinati oggetti, obbligando però a una scarsa qualità di texture gli elementi più di contorno del mondo di gioco. Questo ovviamente permette al gioco di scorrere fluidamente anche su hardware di fascia bassa, sacrificando però un colpo d’occhio che, ad oggi, vuole la sua parte. Gli ambienti si differenziano da una regione all’altra, e, da una sorta di simpatico mercato, ci portano fra monti innevati, terreni circondati da lava, un castello e molto altro. Una varietà che permette al giocatore di non annoiarsi visivamente, ma che non brilla di originalità nell’architettura e nell’estetica delle zone, facendoci facilmente ignorare ciò che ci circonda e concentrando di più il focus sul gameplay. Ven è un gioco molto divertente, questo ci tengo a precisarlo, durante la mia esperienza ho sorriso, ho storto il naso, ho apprezzato determinati aspetti e accettato meno altri. Il gioco mi ha comunque tenuto incollato per circa 5/6 ore, in cui mi sono rilassato e divertito, ma il peso delle meccaniche vecchio stampo, e la mancanza di quelle "tipiche" della realtà virtuale, è innegabile. La ripetitività è evidente fin dal secondo livello: quando ho capito di dover ripercorrere l’esperienza vissuta coi vecchi platform, ho perso totalmente l’entusiasmo iniziale. Speravo in un Moss più avventuroso, in un platform pensato in tutto e per tutto per la VR, ma, aimè, non è così. Inoltre, delle vecchie meccaniche è accompagnato solamente da quelle più basilari. Non esistono potenziamenti, miglioramenti o un albero delle abilità, nulla di tutto questo. Per intenderci, se avessero proposto una progressività del personaggio come possiamo trovare nello splendido: “Ori and the Blind Forest” e nel suo diretto seguito, lo stimolo a portare avanti Ven, sarebbe stato decisamente più vivo. Questo ovviamente, non avrebbe colmato il vuoto delle meccaniche VR, ma avrebbe arricchito un gameplay che, al momento, risulta essere molto piatto: Ven può solo saltare avvalendosi di un doppio salto e colpire con la spada. Lo scopo, in ogni livello, è quello di raggiungerne la fine senza perdere tutte le nostre vite. Vite che troveremo rompendo delle casse, alcune delle quali contenenti direttamente la vita, o delle monete che riempiranno la barra energetica visibile sull'orologio del polso sinistro: quando la barra verrà riempita, guadagneremo una vita. Sul polso destro invece, avremo sempre visibile il numero di casse raccolte, e quello totale delle casse presenti nell'intero livello.

Il titolo
rappresenta un’avventura dai toni infantili, ma giocabile
da chiunque. Godibile da chi ha la passione per i platform, che dovrà però chiudere un occhio di fronte a meccaniche vetuste e troppo ripetitive. Come già detto, resta comunque un titolo piacevole e divertente, ma che lascia un amaro in bocca per la mancata totale affinità col mondo della realtà virtuale, che prova a colmare offrendoci un contentino con meccaniche molto semplici e un pochino raffazzonate durante simil-bossfight che lasciano decisamente perplesso il giocatore.