Questa recensione sarà aggiornata nei prossimi giorni e integrerà nel giudizio anche l'analisi della componente multigiocatore. Data l'attuale situazione sanitaria, non ci è stato possibile testare il multiplayer cooperativo in locale, e dato che lo sviluppatore ci ha fornito una sola chiave, non è stato possibile testare neanche il cooperativo online.

Quella messa in scena da Neon Giant è la vera grande novità del 2021, un gioco indie che mostra le unghie, in grado di reggere il confronto, sotto differenti punti di vista, con le produzioni di team più grandi e con risorse economiche meno risicate. The Ascent è l’opera prima di questo studio, composto da circa una dozzina di anime competenti e appassionate. Questa premessa lascia intendere che il gioco ci ha stupito nonostante le nostre aspettative fossero già abbastanza alte, e in questa recensione cercherò di trasmettervi tutto l’effetto “wow” che mi ha accompagnato per quasi la totalità del mio viaggio negli agglomerati urbani e suburbani di Veles.
The Ascent è un action shooter RPG che riprende lo stile cyberpunk e mescola un gameplay leggero e semplice a meccaniche ruolistiche non troppo profonde. Tutto il gioco è ambientato su un pianeta di frontiera, Veles, abitato da esseri umani e non, caratterizzato dai tipici agglomerati urbani a torre, sporchi e caotici che spesso ritroviamo in qualsiasi altra opera ispirata al genere. In un contesto di questo tipo non possono mancare le grandi corporazioni che governano economia e vita del pianeta, un ruolo che in questo gioco è ricoperto dal gruppo Ascent. Anche il nostro alter ego, una sorta di Rambo Sci-Fi, è una sorta di "servo" di questa corporazione, introdotto nel contesto di gioco senza troppe premesse, un po' alla cieca, con l'incarico di scendere nelle viscere della città ad indagare sull'intensificarsi di alcune attività anarchiche da parte di gruppi ribelli.
A quanto pare questo è quanto basta al giocatore per iniziare a giocare, ma non prima di essere passato attraverso una fase di creazione del personaggio alquanto basilare. Il tool, infatti, ci permette di personalizzare il mercenario nel minimo indispensabile; una povertà di opzioni forse giustificata dallo stile del gioco e dall'inquadratura distante. Nonostante ciò non posso dire di non aver desiderato una maggiore varietà per quanto riguarda l'abbigliamento e segni distintivi, ma non appena incominci a giocare, capisci che è facile sorvolare sopra questa carenza senza troppo problemi. Una volta data forma al nostro mercenario ci verranno insegnati i comandi base di movimento e combattimento.
Storia non brillante, ma un mondo estremamente affascinante

La storia è lineare, per nulla dispersiva, che offre solamente due tipi di attività, missioni primarie e secondarie, da perseguire per arrivare fino ai titoli di coda. La narrazione è senza alcun dubbio il punto debole di tutta la produzione, che non ha mai momenti da tenerci col fiato sospeso, nessun colpo di scena, nessuna modalità narrativa che meriti effettivamente di avere la stessa attenzione che invece si prendono prepotentemente il comparto visivo e gameplay. Ci sono comunque alcune scelte che mi sono particolarmente piaciute, come, ad esempio, le variazioni della prospettiva visiva in alcune zone della mappa e qualche evento inaspettato che accade sotto i nostri occhi mentre percorriamo le strade della città. La trama è piatta, i personaggi introdotti non sono particolarmente carismatici e il nostro personaggio ha più il ruolo di uno spettatore passivo nei brevi intermezzi narrativi. Nonostante questo, tutto quello che c'è dietro la storia, ovvero la lore e la caratterizzazione degli elementi che costituiscono il mondo di gioco, sono veramente di ottima fattura e ci auguriamo possano fare da sfondo ad un secondo tentativo nel futuro della serie.
Il mondo di gioco è suddiviso in tre macro aree che ci vengono proposte come differenti piani della città, accessibili attraverso l'uso di appositi ascensori. Queste tre macro aree sono divise a loro volta in settori che non potremo esplorare liberamente dall'inizio del gioco. Questi dovranno infatti essere sbloccati progredendo nelle quest primarie che ci permetteranno di mettere piede in luoghi differenti per intensità di popolazione, edifici e nemici. Le aree di gioco sono caratterizzato da vasti spazi che agevolano il combattimento o da corridoi stretti e popolati da civili a far sfondo agli scontri a fuoco, oppure da luoghi sicuri, in cui non è possibile estrarre l'arma, dove invece le luci e la vita degli agglomerati sono lo spettacolo per gli occhi che ci accompagna mentre accumuliamo quest secondarie, curiosiamo per i vicoli e i diversi livelli degli agglomerati urbani, in cerca di vendor e obiettivi. L'intensità di popolazione, le numerose insegne neon e ologrammi che infestano le pareti e i tetti degli edifici, la caratterizzazione dei quartieri e migliaia di piccolissimi dettagli creano un'atmosfera senza precedenti per il mercato indie, che è impossibile non apprezzare e amare. Ma non è solo questo il fascino di The Ascent, visto che la produzione si fa forte anche di un gameplay solido e divertente.
Gamaplay frenetico ma anche tattico, con meccaniche RPG
The Ascent è di base uno shooter con visuale isometrica, o più generalmente "top-down", caratterizzato da un'azione frenetica e da ritmi di gioco incalzanti. Il giocatore avrà il controllo sul movimento del personaggio con l'analogico sinistro o con WASD, e della mira direzionale con l'analogico destro o con il mouse. Ho testato il gameplay con entrambi i sistemi di input e posso assicurare che il team ha fatto in modo che ogni giocatore, a prescindere dalle sue preferenze, si trovi perfettamente a suo agio nel muovere il proprio alter ego e nell'affrontare le sequenze di azione. Oltre al movimento di base sarà possibile effettuare la schiava rotolando in ogni direzione, abbassarsi per sfruttare le coperture e alzare la mira. Quest'ultima funzionalità è stata particolarmente gradita, dato che ci permette di scegliere effettivamente a quale nemico sparare nei casi di scontri più concitati, dato che tra i nemici ci sono alcuni decisamente più bassi di altri che assorbirebbero inevitabilmente tutta l'intensità di fuoco facendo da scudo ai nemici nelle retrovie. La funzionalità di alzare la mira torna utile anche quando ci ripariamo dietro le coperture basse, dandoci la possibilità di alzare l'arma e far fuoco in sicurezza (esattamente come accade in Gears of War, per intenderci). La funzione del fuoco dalla copertura, però, è in molti casi limitata dal fatto che i nemici sono spesso aggressivi, e sceglieranno di aggirare la nostra posizione per colpirci sui fianchi. Stare accovacciati dietro un riparo diventa quindi l'occasione per riprendere fiato per qualche secondo piuttosto che avere un ruolo centrale in ogni scontro.

The Ascent è un looter shooter con una bassa, bassissima intensità di drop. La personalizzazione della build avviene attraverso le diverse combinazioni delle tre componenti dell'armatura: arma primaria, una secondaria e un gadget da battaglia (granate o simili). Al giocatore viene garantita inoltre la possibilità di equipaggiare due abilità attive e due passive che torneranno spesso utili in battaglia; queste sono di varia natura e garantiscono ad ogni giocatore un'eccellente personalizzazione dello stile di gioco. Queste abilità non possono essere "livellate" direttamente, ma subiscono un incremento dell'efficacia attraverso la progressione del personaggio, che avviene con i tipici punti spendibili ogni qual volta saliamo di livello. Differente è il discorso delle armi che potranno essere migliorate in uno shop apposito, e salire di livello fino al 10, spendendo delle risorse droppate da nemici specifici o trovate in giro nella mappa di gioco. Nonostante non stiamo parlando di un gioco di ruolo molto profondo nelle sue meccaniche, la varietà strutturata dallo sviluppatore è efficace e funzionale. Vi potete sentire liberi di mescolare le statistiche in build equilibrate, o creare le tipiche classi tank, healer, dps ecc, qualora lo preferieate.
Il multiplayer è esclusivamente cooperativo, e tutta la campagna potrà essere affrontata fino a quattro giocatori online o in locale. Purtroppo non abbiamo ancora avuto modo di testare il multigiocatore cooperativo a fondo in questo breve periodo di prova, ma contiamo sul fatto di aggiornare questa recensione in modo tale che il giudizio finale prenda in considerazione anche questa feature.

Ciò in cui The Ascent si perde veramente è la gestione di alcuni elementi ruolistici che risultano inevitabilmente "inutili" o banali. Per inutile intendiamo la funzione di alcuni vendors che ci piazzano spesso merce di scarsa qualità, o armi che ci verrà voglia di acquistare per mero collezionismo. Queste sono bene o male tutte sufficientemente efficaci per portare a termine la campagna, e io stesso sono riuscito a giocare 3/4 dell'avventura utilizzando solamente un fucile d'assalto e un fucile a pompa. Se ho cambiato, ad un certo punto, non è stato certo per necessità, ma per noia. Per banale, invece, voglio identificare quelle mancanze strutturali che non fanno capire chiaramente al giocatore quello che sta facendo. Mi sono ritrovato, ad esempio, ad affrontare una quest decisamente più lunga delle altre senza conoscere il livello di minaccia, senza poter tornare indietro e migliorare le armi, costretto a fronteggiare un livello medio dei nemici decisamente più alto del mio. Nella lista delle missioni è presente anche un consiglio del livello necessario, ma che non corrisponde praticamente mai alla realtà. Insomma, non sono il tipo di giocatore che vuole servito tutto su un piatto d'argento e mi sta bene se mi vengono sottratte alcune informazioni, ma qui Neon Giant si è veramente persa in un bicchiere d'acqua.