Shadow of the Tomb Raider città messico

7 novembre 2018

Shadow of the Tomb Raider: la fine della trilogia

Dopo tre anni dall’uscita del secondo capitolo, disponibile in esclusiva temporale per Xbox One, e un anno dopo per Playstation 4 e PC, Lara Croft torna in un’avventura tutta da vivere, chiudendo una trilogia mozzafiato ma con qualche pecca che non ci aspettavamo da un titolo mastodontico come questo. Scopriamo il tutto nella nostra recensione.

Dal Perù, passando per il Messico, Lara è sempre più vicina all’obiettivo che la “ossessiona” da ben tre capitoli: scovare ogni cellula della Trinità e vendicare la morte del padre.

Al centro di questo capitolo troviamo una Croft matura e determinata, disposta ad affrontare ogni ostacolo sul suo cammino alla ricerca della verità: il desiderio di vendetta e la voglia di smascherare chi è a capo della Trinità acceca la protagonista, facendo emergere il lato aggressivo e violento del suo carattere.

Tutto è cominciato in Messico, dove Lara e Jonah, così come la Trinità, sono sulle tracce di un antico artefatto. Riusciti ad anticipare il nemico, i due si ritrovano vittime di catastrofiche circostanze, dando così inizio ad una nuova sfida tra bene e male. Da qui una serie di eventi ci catapulterà in Perù, dove si aprirà ufficialmente l’avventura.

Miss Croft!

Il primo impatto con Shadow of the Tomb Raider è più che eccezionale sia a livello grafico che di giocabilità.

Il gameplay segue le orme dei predecessori ma con delle nette migliorie, tra novità e perfezionamenti.

Sin dall’inizio capiamo che l’approccio stealth fa da padrone: Lara potrà sfruttare l’ambiente per trarne vantaggio, mimetizzandosi, cospargendosi di fango o nascondendosi nella folta vegetazione, in modo da passare inosservata attraverso la giungla e i vari luoghi strategici.

Ancora una volta potremo avvalerci dell’occhio di falco che rivelerà obiettivi e prede nelle vicinanze, in modo tale da intuire al volo come affrontare una minaccia o come eluderla. Ogni azione, luogo ed oggetto scoperti ci daranno punti esperienza che potremo spendere per acquisire nuove abilità e perfezionarne altre.

Identica ai precedenti capitoli sarà la funzione dei campi base che, situati in tutta la mappa di gioco, ci permetteranno di ascoltare le riflessioni di Lara sulle vicende appena accadute, navigare nel menù abilità e migliorare il nostro equipaggiamento.

L’albero abilità si suddivide in tre macro categorie: Esploratrice, Guerriera e Saccheggiatrice che non godono però di una struttura sufficientemente intuitiva, risultando eccessivamente confusionaria e dispersiva.

Si avrà la possibilità di potenziare le armi utilizzando il materiale trovato lungo il nostro cammino, dando dei benefici al giocatore durante gli scontri a fuoco o nell’esplorazione.

La mappa risulta vasta e piena zeppa di collezionabili affiancati dalle immancabili tombe esplorabili con i loro enigmi. Quest’ultime sono ben caratterizzate e dal forte impatto visivo; composte da tranelli, enigmi e scorci di storia che non distolgono mai l’attenzione del giocatore, premiandolo, al termine della sfida, con punti abilità.

Lo shooting system ha alti e bassi, alle volte fastidioso a causa di una “mira ballerina” e poco realistica facendomi così preferire, nella maggior parte dei casi, l’approccio stealth. Immancabile, poi, la nostra amica piccozza che ci permetterà di superare ostacoli altrimenti insormontabili, oltre ad essere una fidata compagna nel corpo a corpo. L’intelligenza artificiale risulta ben reattiva e, alle volte, riesce a mettere in difficoltà il giocatore, costringendolo a ponderare ogni azione per limitarne le conseguenze negative. Una volta approdati al primo villaggio, si ha la possibilità di comprare armi ed oggetti dai Mercanti o effettuare missioni secondarie che, purtroppo, risultano molto ripetitive e poco appaganti, se non per scoprire nuove aree nel mondo di gioco.

La durata della main quest, sfortunatamente, è inferiore a quelle già affrontate, con una narrazione lineare e poco entusiasmante, a tratti quasi scontata, riprendendosi solamente nelle battute finali.

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Il tutto da Cineteca

Sin dal primo minuto, Shadow of the Tomb Raider risulta stilisticamente ed artisticamente uno dei migliori titoli attualmente sul mercato. La cura messa nella realizzazione dei personaggi e degli ambienti è incredibile. Le gocce d’acqua, di sudore, fango e sangue risplendono sul corpo della nostra eroina caratterizzandola in ogni minimo contesto. Il setting è suggestivo e gode di una riproduzione spettacolare. Le tombe, i templi e i monumenti, grazie ai giochi di luce, sono decorati alla perfezione con crepe e piante intrecciate tra loro che sfiorano il fotorealismo.

La regia di gioco è di ottima fattura, così come la gestione della telecamera durante il gameplay. Ho apprezzato, ad esempio, le continue, ma evidentemente necessarie, sequenze che ci introducono ad una nuova area di gioco, quando Lara dovrà sgusciare in spazi angusti e corridoi claustrofobici accompagnata da una visuale che si adegua alla perfezione al momento, trasmettendo così al giocatore le sensazioni provate dalla protagonista in quei brevissimi istanti.

Infine, la colonna sonora e il doppiaggio sono davvero magistrali. Le musiche completano la narrazione alla perfezione, incalzando nei momenti intensi e arricchendo gli intermezzi tra questi. È, comunque, proprio nelle fasi finali di gioco che il comparto musicale si mostra nella sua veste migliore, toccando momenti di epicità.

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Tecnica incredibile

Il gioco è stato provato su Playstation 4 Pro con monitor Asus 2K. Il risultato è stupefacente e visivamente eccezionale. Gli sviluppatori hanno dato la possibilità di scegliere, sulle due console premium di Sony e Microsoft, tra le due consuete modalità di riproduzione, privilegiando le prestazioni o la resa grafica. Noi abbiamo optato per la prima scelta con risultati più che soddisfacenti. Infatti, il gioco gira 1080p e 60fps più che stabili anche nelle situazioni più critiche e in quelle con maggiore profondità e dettaglio, offrendo al videogiocatore un’esperienza incredibile.

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Conclusioni

( Clicca su uno dei voti per leggerne la motivazione )
7.5 Storia/Narrazione
9.0 Gameplay
9.0 Grafica
9.0 Comparto Audio

Storia/Narrazione

Storia lineare e sottotono, alle volte appare scontata e poco appagante se non nelle battute finali. La narrazione risulta molto veloce, lasciandosi alle spalle avvenimenti della vita dei personaggi principali non svelati.

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Gameplay

Il gameplay, seppur seguendo le orme dei precedenti capitoli, è eccellente e molto migliorato. La fase stealth è ben caratterizzata con camuffamenti ed interazione con l’ambiente circostante incredibili. Pecca, invece, la fase shooter macchinosa e poco divertente con una mira altalenante. La fase di esplorazione non si distacca molto da Rise of The Tomb Raider con tombe, templi e murali da scoprire.

Grafica

La cura nei dettagli che delineano ambiente e personaggi, in particolar modo quello di Lara, è il fiore all’occhiello di questo titolo. I modelli poligonali sono eccellenti: alberi, cascate, fogliame e animali sono tutti ben caratterizzati, facendoci immergere completamente in quest’opera. Il gioco è stato testato su Playstation 4 Pro, con priorità al frame rate, girando a 1080p 60fps stabili, anche nei momenti di maggiore impatto e in quelli più dettagliati.

Comparto Audio

Musiche e doppiaggio ben realizzati. I rumori e i suoni dell’ambiente circostante e delle azioni dei personaggi sono fedeli alla realtà, con una colonna sonora che ci accompagna e migliora soprattutto nelle fasi finali del gioco.

Shadow of The Tomb Raider chiude ufficialmente la trilogia in modo stupefacente, seppur presentando qualche imperfezione a livello narrativo. Il modo di raccontare come si conclude l’evoluzione della “Lara Croft” di Crystal Dynamics è stato più che soddisfacente, fornendoci, tramite flashback, dettagli sul suo tormentato passato. Ciò che ne viene fuori è un personaggio completamente inedito. Se in tempi passati, in contesti ostili, la protagonista avrebbe preferito evitare lo scontro diretto, ora ci ritroviamo di fronte ad una predatrice capace di uccidere il nemico senza alcuno scrupolo. Il gameplay è ben realizzato, riproponendo ed arricchendo le stesse meccaniche dei due capitoli precedenti. Ottimo lavoro per lo stealth, sicuramente il migliore finora. Nota dolente, invece, la fase shooter poco convincente ed appagante. Nonostante il capitolo precedente abbia toccato livelli altissimi, il comparto grafico si migliora. La minuziosità nel curare ogni aspetto grafico, ogni minimo dettaglio, che sia ambientale piuttosto che dei personaggi, è più che evidente e ci lascia pienamente soddisfatti del risultato finale. Shadow of The Tomb Raider è un must-have per tutti coloro che hanno lasciato in sospeso le vicende della giovane rampolla Croft due anni fa e un’imperdibile esperienza per coloro che vogliano mettere mano su un action adventure entusiasmante.

8.6

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