Come un fulmine a ciel sereno, durante la presentazione finale di PS5 e la sua line-up di lancio, Sony ha presentato il nuovo Spider-Man. Forse un po’ troppo presto per un nuovo capitolo, ma neanche così tanto per incominciare a sentir parlare del prossimo futuro di una delle esclusive PlayStation di maggior successo di sempre. Nessuno si sarebbe aspettato di ritrovarsi di fronte ad una nuova avventura stand alone, a soli due anni di distanza da quello che, a oggi, risulta essere il miglior adattamento videoludico delle gesta dell’uomo ragno. Fa dunque la sua entrata in scena uno dei personaggi che abbiamo già incontrato in Spider-Man PS4 e al quale milioni di fan in tutto il mondo sono particolarmente affezionati: Miles Morales. Il trailer in-engine che ci siamo ritrovati ad analizzare è pazzesco e dettagliatissimo, e sembrava dover essere il titolo di lancio che avrebbe avuto l’onere di mostrare i muscoli del nuovo hardware Sony. Quello che mi sono chiesto sin dall’annuncio è stato: “riesce Insomniac Games a mantenere alto il suo prestigio in questa sua prima escursione su PS5?”.
Lo Spider-Man di quartiere
"Pronto Miles, potresti passare a fare la spesa?"
Questa nuova avventura apre con dei messaggi sul telefono del nostro giovane eroe che ci portano a vivere Brooklyn nei suoi panni civili. Rio Morales, madre di Miles e neo candidata nella vita politica della città, regna sui cartelloni degli stand elettorali, mentre il volto di Spider-Man predomina sui murales del quartiere. Il “nuovo” Spider-Man non sembra invece essersi ancora fatto strada nei cuori della gente. In questa fredda giornata di dicembre, Pete contatta Miles informandolo che la scorta a un convoglio inizia prima del previsto.
Ben presto i due si ritroveranno a far i conti con uno dei più comuni villain dello spiderverse, Rhino, che sta scatenando il panico e il caos nel centro della città. Mentre i due cercando di porre fine all’ira del colosso, il giocatore tocca con mano le differenze con l’esperienza PS4, più palesi di quanto ci è stato possibile immaginare. Queste si manifestano sotto forma di prestazioni differenti, decisamente più godibili grazie al raggiungimento dei tanto agognati 60 fps e un aspetto della città ancora più autentico grazie alla potenza del nuovo hardware Sony. Impossibile poi non citare subito il feeling che offre il nuovo DualSense con i grilletti adattivi e feedback aptico: esplosioni, incidenti e folla in fuga mentre la neve scende lentamente dal cielo rendono l'inseguimento di Rhino un'esperienza entusiasmante, cinematografica e adrenalinica: tutto palpabile con mano. Ogni sequenza è stata curata nel minimo dettaglio, ma su questo ci soffermeremo maggiormente più avanti nel testo. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino…
Ciò che viene raccontato in Miles Morales avviene circa un anno dopo gli eventi del primo capitolo, quando Miles perde il padre in un attacco terroristico e al termine del quale, impossibile nasconderlo a questo punto, scopre i suoi poteri da ragno. Da quel momento iniziano le ronde e gli addestramenti, assieme a Spaidy, per perfezionare le sue abilità, così da essere pronto per affrontare qualsiasi minaccia New York sarà costretta a fronteggiare. Quando questo succede, Miles è da solo e non potrà tirarsi indietro. Da una parte troviamo la Roxxon con un progetto segreto e, dall'altra, l'Underground gli oppone resistenza con l’unico scopo di eliminarli. La storia viene narrata in modo decisamente più diretto rispetto a quanto è stato fatto con Marvel’s Spider-Man PS4, sacrificando le parti più noiose e ripetitive, anche se questo significa un ridimensionamento della longevità complessiva della narrazione principale. Ma la cosa mi sta bene: la maturità con la quale gli avvenimenti sono raccontati mi fanno ben sperare per il prossimo capitolo, grazie a un netto miglioramento dell’impianto narrativo rispetto al precedente.
Spider-Man diverso, gameplay diverso?
Girare per NY con le ragnatele era un bel vedere anche nel primo capitolo, ma con Miles Morales lo è ancora di più. Il carisma, le acrobazie e la sfacciataggine di un giovane Spider-Man rendono il tutto più divertente, ma soprattutto spettacolare. Le meccaniche non sono state per nulla stravolte e risultano praticamente identiche alla versione 2018, come ad esempio la schivata, l'attacco e il contrattacco. L'unica differenza che possiamo notare è nello stile di combattimento e nelle abilità speciali. In Spider-Man Miles Morales possiamo trovare 3 rami di abilità: una dedicata al combattimento, una al Venom e una all'occultamento. La seconda è la caratteristica che distingue questo eroe da quello “originale”: i fan più affezionati sicuramente sapranno di cosa stiamo parlando. Si tratta di un’abilità bioelettrica che ci permette di approcciarci allo scontro in differenti modi.
Possiamo ad esempio rompere la difesa dei nemici più ostici elettrizzandoli e quindi stordendoli per un paio di secondi, oppure scaraventarli in aria e iniziare una combo su più bersagli. Insomma una diversificazione delle meccaniche di combattimento che abbiamo apprezzato. Ancora più apprezzata è stata la modalità di occultamento che arricchisce le fasi stealth che abbiamo già avuto modo di sperimentare nei panni di Peter Parker, utile soprattutto nelle fasi dove la quantità di nemici è altissima. Ogni abilità ha la sua progressione e i gadget possono essere modificati e migliorati man mano che accumuliamo esperienza. Tutto sommato, dunque, non manca quella sensazione di familiarità con il gameplay. Le piccole variazioni presenti, comunque, sono abbastanza efficaci da lasciarmi addosso quella sensazione di novità che tanto ho temuto potesse mancare.
I Love N.Y.
Come se fossimo in un vero e proprio film dedicato a Spider-Man, per le strade di New York ne succedono di tutti i colori: sparatorie, rapine, inseguimenti, prese di ostaggi e chi più ne ha più ne metta, anche se la varietà di dinamiche non arricchisce eccessivamente la quantità di attività già presenti nel primo capitolo. Tra missioni secondarie e richieste dei cittadini tramite l'app di Spiderman, il titolo si fa giocare e non annoia. Nel gioco è infatti presente questa app progettata proprio da Miles, alla quale ha dato il nome "COSO". Attraverso questa il nostro eroe potrà accedere alle decine di richieste dei cittadini e, per aprirla, il giocatore non dovrà far altro che sfiorare il touchpad del DualSense, da destra verso sinistra. Queste attività ci aiuteranno a guadagnare esperienza e quindi a potenziare le abilità del nostro ragno. Una buona parte delle quest secondarie non sono fini a loro stesse, e integrano pezzi di racconto che vanno ad arricchire l’esperienza della quest principale, o che ne fanno diretto riferimento. A livello contenutistico sicuramente il primo Spider-Man aveva più attività da proporci, ma, per come si è posizionato il gioco sul mercato, definendolo un capitolo espansivo del mondo di Spider-Man, non possiamo lamentarci.
La potenza di PS5 e la rivoluzione del DualSense
Sono rimasto ammaliato dalla bellezza e dalla fluidità di Spider-Man su PS5, la quale si accompagna alla più grande novità di questa generazione Sony: il DualSense. Si tratta, a parer mio, di un’esperienza unica nel suo genere. Quando lanciamo una ragnatela con i grilletti dorsali per oscillare da un palazzo all’altro il feedback della resistenza ci fa percepire con mano quello che stiamo vedendo sullo schermo: si avvertono gli sforzi, la pesantezza, l'elasticità e la velocità. Tuttavia l’offerta sensoriale di Spider-Man Miles Morales non è assolutamente comparabile a quella di Astrobot: mi sono ritrovato a vivere sensazioni difficili da trasmettere attraverso le parole. Vi assicuro che è veramente fantastico! Il comparto grafico è un'altra punta di diamante del prodotto con dettagli pazzeschi: un bel vedere a 60FPS (che siano benedetti!).
Il gioco ci dà la possibilità di poter scegliere tra i settaggi grafici e cambiarli in qualsiasi momento, anche se le opzioni tra cui scegliere sono le stesse a cui ci ha abituato la mid-gen PS4: una modalità cinematica che offre 4K, 30 fps e raytracing attivo, e la modalità Performance che opta per i 4K dinamici a 60 FPS, sacrificando, per forza di cose, il raytracing. Personalmente ho preferito, provandole entrambe a lungo, la modalità Performance: ho trovato più appagante la fluidità del gioco piuttosto che il dettaglio elevato dei paesaggi. Scegliendo l’altra opzione e privilegiando l’impatto visivo, non possiamo non notare tutti i riflessi e gli effetti particellari pazzeschi che ci permettono di assaggiare cosa ci aspetta per il resto della generazione. Insomma, Insomniac ha fatto uno splendido lavoro. Dobbiamo anche citare la punta di lancia di questa prima fase di generazione Sony, ovvero l’efficacia e le prestazioni del tanto decantato SSD, che garantisce tempi di caricamento brevissimi se non addirittura assenti.