Outriders artwork copertina senza titolo

16 aprile 2021

Outriders: la Recensione dopo 100+ ore su Enoch

Con ormai un centinaio di ore trascorse su Enoch, siamo ora in grado di elaborare quella che speriamo possa essere solo la prima edizione della recensione di Outriders, dato che le nostre speranze si ripongono in future intenzioni di People Can Fly e Square Enix di portare avanti il progetto ed evolverlo, nonostante abbiano già rivendicato più e più volte di non voler optare per la formula GAAS. Chi scrive questa recensione ha avuto un'esperienza completa di questo titolo, un'esperienza che comprende più run con diverse classi e decine di ore trascorse a lottare con le unghie e con i denti nelle spedizioni, a caccia del pezzo di equipaggiamento perfetto. 

Outriders è stato dal primo annuncio un titolo estremamente interessante, considerando il fatto che la nostra community è notoriamente amante del genere looter shooter, e nel corso di questi mesi abbiamo seguito con molta attenzione ogni podcast ed evoluzione del gioco, rinvio dopo rinvio. Quando abbiamo finalmente messo le mani sul prodotto finito, sbattuto i piedi a terra per gli odiosi problemi lato server e per il continuo saltar fuori di varie problematiche che minacciavano seriamente l'esperienza del giocatore, ci siamo perdutamente innamorati del gameplay, ma non nel suo complesso. Prima di cominciare con la nostra analisi vi anticipo che lo abbiamo  trovato un titolo acerbo, divertente, con molte scelte che non condividiamo, con diverse problematiche e, se ancora non lo aveste inteso, divertente.

Enoch e i suoi misteri

Le vicende si svolgono su Enoch, un pianeta in grado di ospitare l'uomo ora che la Terra non può più farlo. In questa nuova e sconosciuta casa dovremo affrontare la sua scatenata natura e i conflitti che ci siamo portati dietro attraversando la galassia. Gli Outriders sono un gruppo scelto per una prima ricognizione del pianeta, degli esploratori addestrati a cui viene affidato il compito di scendere per primi e mettere al sicuro la zona così da poter incominciare la colonizzazione. Quando qualcosa va storto durante la prima ricognizione questo gruppo viene travolto da una potente energia che li cambia, conferendo loro un enorme potere. Il nostro Outrdier viene ibernato dopo essere stato colpito dal cataclisma e si risveglia trent'anni dopo, in un contesto completamente differente: l'uomo è rimasto su quel pianeta a vivere come un ospite indesiderato, rifugiato e diviso in più schieramenti che non hanno perso tempo prima di entrare in conflitto. Il nostro risveglio servirà a cambiare le cose, e a creare nuovi equilibri, oltre che a scoprire quali misteri si celano all'origine di un criptico segnale ricevuto il giorno dello sbarco.

Outriders artwork capsula su Enoch

L'avventura comincia ovviamente con la creazione del personaggio che passa da un tool veramente non troppo ricco di opzioni, che riesce a fare quel poco in più di un Destiny 2, ma decisamente meno rispetto a quanto visto in The Division 2. Se cercate di dar vita digitale ad un personaggio unico nell'aspetto, in Outriders è impossibile. Avremmo sicuramente gradito qualche sfumatura in più, dato che il gioco mostra di continuo il nostro alter ego in intermezzi video che provano a dargli anche una caratterizzazione con voce e animazioni. 

Nella demo pubblicata ormai un mese fa abbiamo avuto tutti modo di assaggiare la storia tra prologo e primo capitolo, e già da queste prime battute è stato facile percepire l'incredibile potenziale del racconto e di quella carica sci-fi che ci appassiona tanto, ma abbiamo anche intravisto quella che sapevamo sarebbe stata una fastidiosa problematica: la narrazione.

Se la storia si fa forte di ambientazioni mozzafiato, una lore intrigante e un susseguirsi di eventi interessanti (seppur sfruttando qualche americanata hollywoodiana sparsa qua e là, degna dei migliori film d'azione no-sense), la narrazione non riesce a valorizzare la scrittura, avvalendosi di scelte che non approverei neanche lontanamente. Mi riferisco a cutscene sterili, spesso senza senso o con interpretazioni per nulla naturali, alle transizioni sul nero e poi su una scena skippabile di tre secondi che mostra il nostro personaggio scavalcare un muro, scendere da una corda o saltare un ponte diroccato. Queste sequenze sono vere e proprie interruzioni fastidiose dell'azione di gioco, una soluzione che rallenta i ritmi, e hanno tutto l'aspetto di essere anche inutili ai fini del caricamento di una zona successiva. Quando sono arrivato ad un certo punto della storia, non lontano dalla fine, ho notato un netto miglioramento della qualità narrativa del titolo, come se la regia si fosse svegliata magicamente dal sonno e ci avesse messo finalmente l'impegno giusto.

Di nostro gradimento, invece, è stato il modo in cui è stata strutturata la progressione della storia. La mappa del mondo è costellata da diverse zone che si differenziano per bioma e caratterizzazione. A prendere una strada quasi totalmente differente dai canoni moderni del genere, Outriders propone un open world più claustrofobico rispetto agli altri esponenti, spezzettando ciascuna mappa in più zone ristrette e intervallandole con spazi sicuri dove riorganizzarsi prima di continuare. Ciascuna mappa toglie al giocatore almeno una mezz'ora di gioco, e se esplorata a fondo anche molto di più. È comunque presente un back tracking delle zone, che però non si riempiranno nuovamente di nemici e servirà solamente a recuperare qualche risorsa lasciata dietro o missioni secondarie che portano altrove rispetto al percorso principale.

Anomalia e Pallottole

Ma quanto è stato bello lasciarsi andare a questo gameplay gore, frenetico al punto giusto e spesso semplicemente caciarone, capace di dar spazio al più ignorante dei Rambo, come al più strategico dei combattenti. In Outriders tutto si mescola in una formula unica nel suo genere, che incarna letteralmente il suo nome, looter shooter. Qui si spara e si accumula bottino fino allo sfinimento. Sfinimento che non è arrivato neanche dopo le prime 100 ore di gioco, dato che il gameplay è uno dei più assuefacenti che abbia mai giocato in un titolo degli ultimi tempi. È qualcosa di già visto: qualcosa di un gioco, qualcosa di un altro, ma che comunque riesce a trovare la sua identità grazie a piccoli dettagli, piccole meccaniche che sono bastate a far piazzare la bandierina là dove nessuno era mai stato prima.

Outriders screenshoot Trickster

Alla base del gameplay c'è un principio che all'inizio non ero sicuro potesse funzionare: a prescindere dalla classe, a prescindere da quale arma imbracci, puoi curarti sparando. E se lo fai nel bel mezzo della mischia, ti curi anche di più. In Outriders ci ho visto tanto di Gears of War dal primo gamplay trailer, e a quanto pare ci ho visto bene; tuttavia il team non si è lasciato soddisfare da una formula che già apparteneva ad altri nomi. Sarà per questo motivo che hanno decentrato quasi completamente le coperture dal gameplay, affidandole solamente a chi ne ha estremo bisogno o a chi ci costruisce una build sopra.

Tutto in questo gioco ti spinge e lanciarti nella mischia e viene fatto in modo allettante. Per rendere ancora più interessante la formula sono state ideate quattro classi: il Piromante (il più equilibrato tra le quattro), il Distruttore (il tank del gruppo), il Misitificatore (quello che si butta nel casino per colpire duro) e il Tecnomante (un healer strategico che non disdegna il danno). Queste classi rappresentano lontanamente le classiche caratteristiche delle canoniche opzioni dei giochi di ruolo vecchia scuola, ma il bilanciamento le tradisce.

Ci sarebbe molto da dire su come sono state realizzate le classi, molte cose positive, ma in queste righe, per sintetizzare un po', vi parlo della cosa che mi è piaciuta meno. In questa prima fase di vita del gioco il bilanciamento non mi è sembrato "giusto", specialmente nei confronti dei Distruttori. Se lo vedi, se leggi la sua descrizione, se lo provi, tutto ti suggerisce la parola "tank". Ma il problema sta nel fatto che nel gioco manca un sistema chiaro che attiri a te i nemici (non puoi aggrare efficacemente). Vita e Corazza ti permettono poi di restare in piedi praticamente a qualsiasi difficoltà, ma devi per forza sacrificare il danno per tenere alte quelle statistiche. Se poi sei circondato da molti nemici e resti l'ultimo uomo in piedi, è possibile sopravvivere a lungo, ma tirar su' i compagni di squadra diventa impossibile perchè si viene interrotti continuamente da decine di attacchi nemici senza sosta. Da Distruttore sono capitato spesso e volentieri in questo limbo e non è piacevole dover sacrificare la run e lasciarsi ammazzare quando riusciresti a resistere anche per ore. Non parliamo poi della discriminazione subita nei matchmaking: chiaro indice di uno squilibrio pesante.

Come anche per le altre classi, le statistiche si possono bilanciare scegliendo o mescolando tra i tre rami offerti per archetipo che portano all'ultimo nodo della sottoclasse. In genere il percorso è simile per tutti: ramo alto improntato più sul danno, quello centrale sulla salute e utilities e quello basso completamente incentrato sulla forza Anomalia.

Viaggio verso Est

Outriders Mappa del mondo con quest secondarie

Enoch è un pianeta veramente ricco nella sua natura e caratterizzazione, ma questo si evince molto più facilmente da quanto viene stampato sullo sfondo piuttosto che negli spazi che calpesteremo. Questo è ovviamente a favore di un gameplay che ci vuole sempre nel bel mezzo dell'azione, e se i nemici si possono ammucchiare in grandi spazi dove a noi resta comunque una scelta di approccio allo scontro, tanto meglio. Tutto questo però va a discapito di un "level-design" che risulta inevitabilmente piatto: semplicemente ampie zone con coperture qua e là.

Il nostro percorso nella campagna principale ha una durata più che soddisfacente e ha vita anche oltre i titoli di coda grazie al sistema di endgame di cui ci occuperemo tra poco. Ad aumentare inevitabilmente le ore di intrattenimento c'è un sistema di difficoltà adattiva che rende le cose sempre più interessanti. Mal bilanciata, però, è la difficoltà che troviamo nelle partite cooperative, che spesso si è alzata vertiginosamente nonostante i due o tre giocatori fossero dello stesso livello. Sicuramente possiamo garantire che in singolo il titolo non è assolutamente tanto frustrante piuttosto che se giocato in coop.

Nella nostra piccola odissea vedremo differenti ambientazioni che nonostante tutto siamo quasi sempre riusciti ad apprezzare. Graficamente parlando sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più dato che ci troviamo a cavallo tra due generazioni e nel pieno dell'età d'oro della diffusione della piattaforma PC. Non che visualmente non sia sufficientemente appagante, ma ci avviciniamo di più a qualcosa che avremmo potuto vedere benissimo solamente sulla vecchia generazione, unita ad un'illuminazione che sicuramente avrebbe beneficiato delle più recenti tecnologie, purtroppo assenti. Neanche con l'illuminazione artificiale ci avviciniamo ad un risultato che possa lasciare in qualche modo il segno, e in questo senso resta un po' l'amaro in bocca per qualcosa che sicuramente poteva osare di più.

Endgame

Outriders Mappa del mondo spedizioni

Non è un GAAS, quindi endgame significa veramente "endgame". Completata la campagna la storia ci butta in questa nuova attività di gioco da prima inaccessibile. Si tratta di circa una decina di missioni inedite, magari con ambientazione familiare, che vanno affrontate tutte d'un fiato, senza checkpoint, in una corsa contro il tempo: meno tempo si impiega, più bottino si guadagna. Viene introdotta anche una nuova risorsa di scambio che servirà per accaparrarsi le migliori offerte del vendor e anche per affrontare spedizioni ancora più redditizie.

La difficoltà in queste attività viene gestita in modo indipendente rispetto ai quindici livelli del mondo delle attività principali, ma il principio resta il medesimo. Ci sono anche qui quindici livelli che si sbloccano gradualmente completando una spedizione di un livello più basso. Da questo punto ha inizio la vera fase limbo del gioco: una ripetitività costante delle attività, la cui unica variabile è la build che adottiamo. Per migliorare quest'ultima abbiamo bisogno di un loot migliore, che troviamo solamente completando queste attività e così via. Al momento l'hard cap dell'equipaggiamento è fissato al livello 50 e per raggiungerlo sarà necessario completare più volte le spedizioni di livello massimo.

Ma le spedizioni quanto sono divertenti? La risposta purtroppo mancherà inevitabilmente di entusiasmo, dato che sono tutte simili tra di loro. Avremmo decisamente gradito qualche meccanica collaborativa in più. Invece al momento sono presenti solamente attività lineari dove, oltre a ripulire una zona dopo l'altra, ondata dopo ondata, al massimo si dovrà conquistare un'area nel minor tempo possibile, senza lasciar avvicinare i nemici, così da non interrompere la progressione. Qualche sotto attività che necessitava di un minimo di organizzazione in più da parte del team sarebbe stata decisamente apprezzata.

Note

Il titolo non è stato fornito da publisher o sviluppatore, ma recensito da una copia su Steam che l'autore ha acquistato autonomamente.

Conclusioni

( Clicca su uno dei voti per leggerne la motivazione )
7.0 Storia/Narrazione
9.0 Gameplay
7.0 Grafica
7.5 Comparto Audio
7.0 Multiplayer

Storia/Narrazione

Tutto quello che avviene prima, da dove questa storia prende inizio, lo stile, l'evoluzione, il contesto e la parte finale dell'avventura sono decisamente entusiasmanti. La storia stessa che viene raccontata nella quest principale è veramente interessante e tocca in certi punti livelli alti, seppur abbandonandosi spesso e volentieri a quelle che comunemente chiamiamo "americanate". Il vero problema è il modo in cui la regia ha scelto di raccontarla, un modo che non rende giustizia agli sforzi della sceneggiatura. Continue interruzioni della frenesia del gioco, transizioni tra zone imbarazzanti e la generosa percentuale del 70% di cutscenes che non raccontano quasi nulla. C'erano tutte le carte in tavola per un voto molto alto da parte nostra, ma sono state giocate male.

gamepad

Gameplay

Il gameplay è la vera star di Outriders, la cosa che ci ha fatto restare incollati allo schermo per decine e decine di ore ad assaporare ogni sfumatura dello scontro. Gore, difficile, dinamico e divertente. Anche qui, però, c'è una nota amara: il bilanciamento. Personalmente ho completato diverse run con classi diverse ed è stato facile riscontrare un impatto differente nella progressione. Alcune classi vengono decisamente avvantaggiate dalla capacità di far danno già dalle prime battute, mentre altre vanno elaborate e metabolizzate col tempo. A questa recensione precedono già i primi bilanciamenti e si vede uno spiraglio di luce, ma c'è ancora del lavoro da fare.

Grafica

Dov'è la next gen? Tutto sommato il gioco rende bene e riesce a mantenere un alto livello di pulizia dell'immagine, nonostante lo stile del gioco sia tra i più frenetici. Quello che avrebbe dato una marcia in più a tutta la produzione sarebbe stato sicuramente un sistema di illuminazione fedele, vuoi attraverso le nuove tecnologie, vuoi per via artificiosa. Questa risulta piatta, poco originale, e va a penalizzare il giudizio dell'intero comparto.

Comparto Audio

Non certo indimenticabile ma sufficientemente immersivo per garantire al giocatore un'esperienza a tutto tondo nell'azione e nel racconto. Ci sono diversi bug che escludono alcune tracce, ma con i primi aggiornamenti diventano sempre più rari. Le tracce musicali non rubano mai la scena a quello che compare su schermo, ma in alcuni punti riescono a valorizzare sequenze video e giocate. Nulla che faccia venire i brividi sulla schiena insomma, ma quando un lavoro è ben fatto va riconosciuto.

Multiplayer

Giocare in cooperativa con amici è sempre divertente e in Outriders la cosa non fa eccezione. Il problema del bilanciamento delle difficoltà, invece, rischia di mortificare l'esperienza di alcuni. Tutta la storia è affrontabile in compagnia di altri due giocatori, sia su invito che attraverso il sistema matchmaking. Il gioco supporta il crossplay tra tutte le piattaforme, ma in questo primo periodo testarlo significa incorrere in problemi e disconnessioni. L'endgame è ben strutturato e allunga di netto l'esperienza, ma anche qui avremmo voluto vedere qualcosa di più, qualche variante nelle spedizioni dove il lavoro di squadra possa essere veramente valorizzato.

Outriders è un opera completa, lunga e godibile, che non necessita di contenuti aggiuntivi anche se riesce a farteli desiderare. Questo però non significa che gli sviluppatori possano passare ad altro, dato che ci sono ancora delle cose da sistemare. Outriders va limato, curato e, date le condizioni in cui versano alcuni comparti di gioco, anche aggiustato. Per gli amanti dei looter shooter questo è un titolo che non può mancare nella libreria giochi e che porta veramente tante soddisfazioni pad alla mano. Da parte nostra vogliamo di più, lo vogliamo ora, e vogliamo garanzie sul futuro del gioco. Quindi sì, ci è piaciuto. Ma non possiamo girare lo sguardo dall'altra parte e fingere che ci sono delle cose che non funzionano come dovrebbero.

7.5

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