Finalmente è giunto anche per noi il momento di parlarvi di Cyberpunk 2077, ma come mai prima d’ora raccontarvi un titolo di questa portata non sarà per nulla semplice. Mentre concludevamo le nostre sessioni di prova e spolpavamo qualsiasi attività offrisse Night City, in tutto il mondo è esploso il caso mediatico che ha colpito duro CD Projekt Red. Pertanto è bene informarvi che chi vi sta scrivendo ha accumulato più di 60 ore di gioco effettive su PC. Questa recensione (per PC!) non terrà infatti conto delle pessime prestazioni sugli hardware di vecchia generazione o degli imbarazzanti crash delle versioni PS4 e PS5: eventi che nulla hanno avuto a che vedere con la nostra (e soprattutto mia) esperienza.
E' stato tutto meravigliosamente esagerato. Esattamente come avrei voluto. In tutti questi anni, e soprattutto dopo i più recenti e continui rinvii, non ho fatto altro che accumulare hype per questo gioco, ansioso di scoprire quanto profondamente il talentuioso team polacco fosse riuscito a scavare per tirar fuori dal cilindro un opera che potesse raccogliere anche solo la metà del prestigio ereditato da quanto fatto con The Witcher 3: Wild Hunt. Quello che si è presentato ai miei occhi nelle battute iniziali mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo e sorridere per la soddisfazione nel vedere le mie aspettative non deluse. Questa sensazione è durata per un bel po'. Ha lasciato il passo ad altre, come confusione, smarrimento, a tratti sconcerto. Ma puntualmente tornava: Cyberpunk 2077 è stato mozzafiato (o "breathtaking", come direbbe Keany Reeves), ma non sono mancati momenti meno esaltanti. La posizione scomoda in cui mi ritrovo in questo momento è quella di recensire un titolo che, SI e ASSOLUTAMENTE SI, vien facile chiamare capolavoro se lo hai vissuto come ho fatto io, ma comunque difficile da giustificare a tutti quelli che hanno visto la loro esperienza guastarsi da un comparto tecnico traballante. Prima di andare avanti con la recensione vi invito a non saltare tutto il testo per accontentarvi del limitante simbolo numerico nelle conclusioni, ma di darmi l'occasione di raccontarvi perchè Cyberpunk 2077 è stato così importante.
"Wake the fuck up, Samurai"
In un modo o nell'altro arriverà il momento di farci inghiottire da Night City. Nei panni di V, un lui o una lei completamente plasmato dalle nostre preferenze attraverso un ricco tool di creazione del personaggio, percorreremo la strada del mercenario che vuole lasciare il segno in una città che ricorda solo pochi nomi. L'enorme fanta-megalopoli californiana è dominata dalle mega-corporazioni, simboli di un capitalismo sfrenato e della distopia di un futuro lontano dall'etica, alla sfrenata ricerca di un'alternativa all'evoluzione umana che passa attraverso impianti ed esagerazioni di sorta. Chi arriva dai bassifondi come noi - o che ad un certo punto della sua vita ci cade - vuole vedere la città bruciare e allo stesso tempo dominarla. Questo è quello che fanno i più grandi fixer o le leggende come Johnny Silverhand: un carismatico e controverso personaggio che ha condizionato i precedenti cinquant’anni della città. Ma non tutti vengono dagli stessi posti, no? Per questo motivo il gioco propone tre prologhi alternativi che definiscono il da dove veniamo. La scelta in realtà è abbastanza ininfluente ai fini della narrazione, ma importante per l'immedesimazione del giocatore: un avido schiavo negli uffici di una mega-corporazione, un reietto dei quartieri malfamati della città o un nomade cresciuto nel deserto californiano. A prescindere da cosa sceglieremo per muovere i primi passi, ci ritroveremo inevitabilmente ad essere affamati di soldi e riscatto, fino a lanciarci in una missione impossibile che ci farà imbattere in un oggetto che cambierà la nostra vita e il suo scopo.
Il piano di CD Projekt Red è quello di farci ruolare, sia attraverso un gameplay GDR profondo e articolato (che vedremo tra poco) che attraverso il tipico schema di percorsi alternativi che ci permetteranno di arrivare ad un epilogo piuttosto che ad un altro. Ma qualcosa è per forza andato storto durante l'esecuzione di questo piano, perchè l'intreccio non da' spesso l'impressione di essere guidato dalle nostre scelte che sembrano solo illusorie. Ovviamente l'impatto di una scelta, che avviene attraverso la selezione dei dialoghi o ad alcune azioni nelle quest principali, non è mai immediato, e i frutti delle nostre preferenze maturano col tempo fino ad uno dei cinque finali previsti. Eppure alla fine della fiera mi è stata lasciata la sensazione che Night City fosse talmente troppo per V da uscirne quasi indenne, immutata. Le prospettive e le promesse della produzione sembravano voler mirare ad una rivoluzione del genere, con un'impatto del giocatore sul mondo di gioco decisamente più incisivo di quello che abbiamo effettivamente ritrovato nel prodotto al lancio. Da questo punto di vista non posso che dire che Cyberpunk 2077 non ha fatto nulla di rivoluzionario.
La qualità del comparto narrativo è indiscutibile. Gli eventi, le situazioni, i combattimenti e le missioni principali sono tute ben scritte: i colpi di scena arrivano al momento giusto, il ritmo della narrazione è ben scandito e bilanciato tra momenti di conversazione ad altri di azione frenetica. Ma la storia non è tutto. Il gioco ci tiene a lasciarti libero di interpretare la tua storia con i ritmi che preferisci. Capiterà spesso che preferirai lasciarti andare all'esplorazione o ad attività secondarie piuttosto che andare avanti con la campagna. Le missioni principali sono una goduria, sia chiaro. Ma il fascino di questo gioco sta proprio in Night Cuty: la vera protagonista di Cyberpunk 2077. Vi ritroverete in diverse situazioni che valorizzeranno i quartieri, i vicoli e gli edifici di questo parcogiochi di cemento e neon che faranno passare in secondo piano qualsiasi altra attività.
Le quest secondarie e attività varie
Meravigliati si, ma di certo non stupiti. D'altro canto si tratta dello stesso team che ha messo in scena The Witcher 3: Wild Hunt: titolo che fino ad oggi resta quello ad ospitare le quest secondarie più belle e profonde nella storia di questo medium. Con questo voglio sottolineare che le “secondarie” sono tali solamente per definizione anche in Cyberpunk 2077, che mette in scena un enorme quantità di attività secondaria che godono di una cura ai particolari e ai personaggi che spesso eguagliano o addirittura superano la quest principale. Conosceremo tanntissimi personaggi profondamente caratterizzati, visiteremo luoghi dall'aspetto sempre nuovo e ci affezioneremo alle sensazioni che ci lasciano. I rapporti che instauriamo con i personaggi secondari finiranno anche per essere richiamati durante lo svolgimento di attività primarie, e creeranno diverse occasioni per vivere Night City e i suoi distretti in modo differente. Là fuori ci sono almeno sette o otto personaggi comprimari che hanno una storia da raccontare e da cui vi lascerete coinvolgere ben volentieri; vi trascineranno in atmosfere inedite come se foste VOI i co-protagonisti della loro storia.
Come se non bastasse il gioco ha da offrire anche altre attività opzionali ("missioni terziarie" se volete), decisamente meno essenziali e profonde, ma che conunque arricchiscono l'offerta di gioco in modo mai banale. Dopo le prime ore, quando finalmente tutte le porte della città ci si spalancano e i quartieri saranno liberamente accessibili, sarà inevitabile sentirsi piccoli e confusi al cospetto di sua maestà Night City: il nostro cellulare non smetterà di suonare e sul lato sinistro dello schermo vedremo apparire decine e decine di attività. Aperta la mappa e trovarsi di fronte tutti quei punti esclamativi gialli fa subito capire che la quest principale può aspettare, perchè Night City chiede la nostra attenzione. Recuperare bottini, sventare azioni criminali, sporcarsi le mani per farsi un nome tra i fixer o anche semplicemente accettare l’invito di un amico giusto per bere un sorso al bar, riempiono ore e ore del gioco e trascinano chi è dall'altra parte dello schermo a far parte di quel mondo.
Gameplay
La struttura ruolistica di Cyberpunk 2077 è tra le più profonde nel panorama di titoli GDR disponibili sul mercato. Si tratta a tutti gli effetti di un RPG vecchio stampo - come quelli da tavolo da giocare con appunti e statistiche - ma proposto nel cuore di un open world single player in prima persona. Saremo gli unici a fare scelte e a condizionare l'evoluzione di V, unica e grande variabile di questa storia, e lo faremo dalla prospettiva migliore per immedesimarsi in un personaggio. Nonostante la struttura sia concettualmente ben stratificata e ricca di personalizzazioni, però, la natura da GDR puro cade quando ti accorgi che le missioni sono più lineari di quanto avrebbero dovuto. Non ci sono veri e propri percorsi preclusi a chi non ha forza ma tutta intelligenza, o per chi predilige la fortuvità piuttosto che il chaos, ma semplicemente soluzioni differenti per lo stesso problema. Poco chiaro? Provo con parole diverse... Tutte le missioni sono accessibili a tutti: non serve che tu sia abile nell'haking per rubare dei file da un server quando puoi picchiare qualcuno per farteli dare. La soluzione per incassare la ricompensa la trovi sempre, e questa scelta va' fuori rotta dalla ricercata purezza di un gioco che avrebbe potuto rappresentare l'eccellenza in tal senso. Ed è proprio questa la debolezza della struttura GDR di Cyberpunk 2077. Il ché è un vero peccato considerando dell'enorme mole di impianti e abilità sbloccabili per plasmare ogni volta un personaggio letteralmente unico.
Passando in rassegna proprio le variabili che permettono ad ogni giocatori di dar vita al personaggio che preferiscono, non possiamo che nominare il vastissimo menù del progresso e delle abilità; ma attenzione: vi ci perderete dentro. La densità di opportunità di sviluppo del personaggio è senza precedenti. E’ possibile spendere punti abilità in cinque macro caratteristiche, che a loro volta comprendono fino a tre sottoinsiemi (volgarmente "sottoclassi") nella quale è possibile specializzarsi, o mescolare per dare alla luce una formula ibrida.
Ma non finisce qui. Durante il gioco migliorerete sensibilmente nelle azioni che ripeterete più spesso, come usare armi a distanza, hackerare dispositivi o anche semplicemente correre. Quello proposto da CD Projekt Red è un sistema di evoluzione ibrida tra tutte quelle già viste in altri GDR, ma amalgamati sapientemente in un unico meccanismo che si muove perfettamente in base alle nostre esigenze. Non sarà il gioco a dirvi cosa potrete diventare, a consigliarvi quale skill scegliere o in quale tipo di combattimento specializzarvi. Il vostro V potrà essere chiunque vogliate: un ninja hacker che distrae il bersaglio bypassando ottiche e telecamere per colpire duro con la katana; un formidabile cecchino che sfrutta l’ambiente a suo favore; un Rambo che fa irruzione con mitragliatrici spianate per poi farsi strada a suon di pugni esplosivi appena finiscono le munizioni; oppure preferite muovervi nelle ombre, entrare e uscire senza che nessuno noti il vostro passaggio. L’unico limite sta nell’immaginazione del giocatore, oltre che nella sua capacità di utilizzare i mezzi a disposizione per dar vita alla macchina perfetta.
Ad aggiungere altre variabili per la personalizzazione del nostro personaggio vi è poi la possibilità di installare Cyberware dal lettino di un Bisturi, delle modifiche che apportiamo al nostro corpo per saltare più in alto, colpire più forte, avere più punti da spendere nell’hackeraggio, aumentare la salute e quant’altro.
Dai vari Night City Wire che hanno preceduto il lancio del gioco ho temuto solamente due cose: un combattimento in prima persona che non sarebbe riuscito a sfruttare al meglio la vastità offerta dalla struttura del gameplay e la guidabilità dei mezzi. Per quanto riguarda il combattimento sono rimasto piacevolmente colpito. Cyberpunk 2077 interpreta lo shooting in modo magistrale. Il feeling con le bocche da fuoco è quasi perfetto, ed è impossibile non apprezzare la cura che il team ha messo nella realizzazione di un arsenale ricchissimo. Funziona tutto anche nello svolgimento dei combattimenti, tra level design che offre coperture e una meccaniche che le sa valorizzare, specialmente alle difficoltà più elevate. Durante gli scontri è soltanto una IA non troppo brillante a rischiare di rovinare l'atmosfera. Per quanto riguarda invece le armi bianche e il corpo a corpo non possiamo ritenerci particolarmente soddisfatti. Capiamo che è difficile indeare un sistema di combattimento ibrido, basato sia sullo shooting che sul ravvicinato (a maggior ragione se gli effetti delle statistiche cambiano l'efficacia degli approcci in modo così importante), ma sicuramente si poteva fare di meglio.
Dato che si tratta di un GDR non c'è da stupirsi se il sistema di danni è carratterizzato da malus, immunità, effetti di stato e quant'altro. La sensazione che restituisce uno scontro è assuefacente, appagante. L'equipaggiamento inoltre possiede delle caratteristiche e una sorta gear-score che aumenteranno il nostro livello di resistenza o danno generale. Questo ci permetterà, se aumentato sufficientemente, di far fronte a scontri sempre più ostici e di affrontare missioni che altrimenti risulterebbero impossibili. Questa meccanica, però, mi è sembrata eccessivamente invasiva dato che è stata caratterizzata dall'uso di elementi che hanno un importante impatto estestico. Non dico che per avere una statistica per la mia build bisogna che indossi una gonna con ciabatte e cravatta, ma capita spesso sentirsi costritti a scegliere se avere una quantità discutibile di armatura o conciarmi come un perfetto imbecille.
Per quanto riguarda lo spostamento su gomma bisogna dire che non ci siamo. Il gioco sta ricevendo diversi aggiornamenti mentre sto scrivendo questa recensione, molti dei quali tentano di sistemare alcune criticità sul sistema di guida. A conti fatti l’uso dei mezzi di trasporto è funzionale e divertente, ma non riesce a raggiungere il livello toccato da altre produzioni che offrono la stessa libertà di movimento. Non tutte le auto sono da buttare, ma praticamente tutte le moto restituiscono un feedback alla guida poco naturale, legnoso. Inoltre l'acquisto delle vetture è incomprensibilmente legata ad una lunga quest da collezionista, e manca il piacere di avere un'auto personale (e magari personalizzarla).
Bug e Intelligenza Artificiale
Cyberpunk 2077 è indubbiamente un titolo generoso ed incredibilmente curato sotto diversi punti di vista, ma non eccelle (e a dir la verità non ci va neanche troppo vicino) né nella realizzazione di una IA degna delle dimensioni del progetto, né nella limatura di imprefezioni tecniche. Ovviamente a risentirne è l'esperienza di gioco, specialemnte nella parte legata all'open world e all'esplorazione, che inciampa in alcuni inconvenienti, anche invalidanti. Che CDPR ci abbia messo nelle mani una build incompleta, che non rispecchia la visione del progetto a causa di tempi stringenti e troppi rinvii vari è chiaro a tuttti. Su PC, bisogna dire, la situazione è decisamente più rosea rispetto alle altre piattaforme e il gioco è perfettamente fruibile e godibile nonostante qualche inciampo qua e là.
A dargli l'aria di un'opera incompleta ci sono diversi fattori: la mancata promessa della routine quotidiana di tutti gli NPC; le reazioni senza senso dei passanti che assistono ad un azioni salvo poi scomparire quando non inquadrati; la polizia che spunta dal nulla nell'istante esatto in cui avviene un illecito; e dove sono finiti tutti quegli ambienti interni esplorabili e la metropolitana funzionante? Non ci sono inseguimenti stradali, multe, arresti e tutte le situazini con le aturotià che rendono almeno plausibile un open world di questo genere. Com'è possibile che in questo campo CDPR è riuscita a fare quello che avrebbe fatto un qualsiasi studio indie? Si spera in aggiornamenti...
Night City
Night City è la vera star di tutta la produzione. Il team polacco ha dedicato alla creazione di questo mondo una caratterizzazione e un approfondimento tale da tirar su un setting che non ha precedenti considerate dimensioni e dettagli. Ogni centimetro della città è ricco di particolari che fanno girare la testa ai fanatici del perfezionismo; dettagli talmente tanto piccoli da risultare spesso anche non necessari. La storia della città è incredibile e viene raccontata attraverso gli shards che è possibile trovare in giro durante le fasi di esplorazione, seppur qualche quest ne accenna gli eventi principali. Questi eventi spiegano per quale motivo ogni distretto ha un aspetto differente dall’altro, perchè la densità di popolazione è così disomogenea da quartiere a quartiere e perchè la distribuzione della ricchezza risulta tutt’altro che equa. Tutto ciò in cui ci imbattiamo durante le sessioni di esplorazione e solamente una facciata, la punta dell’iceberg che nascone qualcosa di più profondo e perfettamente giustificato dal team di autori e designer. Anche questi sono particolari che fanno urlare ad un capolavoro.
Se a questo aggiungessimo una resa grafica spacca mascella? Su PC Cyberpunk 2077 impone nuovi ed altissimi standard per quanto riguarda il livello grafico e diventa il primo vero salto di qualità che riesce a scindere la precedente generazione con quella appena cominciata. Modelli poligonali, ricchezza nei dettagli, gestione delle luci ed un implementazione ad arte delle nuove tecnologie rendono questo titolo il nuovo punto di riferimento che fa sembrare vecchio qualsiasi altro gioco di tale grandezza.