
Metro Last Light è ambientato un anno dopo gli eventi narrati in Metro 2033, che hanno visto il protagonista, Artyom, distruggere la tana dei Tetri, considerati il vero nemico dell'umanità. Quale che sia stata la vostra scelta finale nel precedente titolo, quello cattivo è ritenuto l'epilogo canon dagli sviluppatori. Fin da subito Last Light ci pone di fronte al rimorso di aver compiuto quel gesto estremo, forse inutile, quasi un errore irrimediabile. Pur non disponendo del sistema di moralità di un gioco di ruolo, o di scelte da compiere vere e proprie, al giocatore è data la possibilità di distaccarsi dalla mentalità “se non la pensa come te, uccidilo”, tipico della Metro futura. In certi casi, mostrare compassione potrebbe risultare più appagante di quanto non si creda.
Ancora una volta, ci troviamo davanti ad un mondo inclemente e terrificante, molto più di quanto visto precedentemente. Preparatevi ad addentrarvi in abitazioni devastate che ancora conservano in qualche modo la presenza di chi le abitava, come un ricordo non del tutto scomparso. Ombre di uomini, donne e bambini, strappati crudelmente alla vita e ormai solo percepibili con la coda dell'occhio, saranno vostri cupi compagni in molti dei luoghi che visiterete. Un viaggio, quello di Artyom, dove realtà e sovrannaturale si sovrappongono senza preavviso, in uno stile quasi lovecraftiano.
La prima parte di gioco, ambientata prevalentemente nel sottosuolo, si concentra sulla lotta tra le principali fazioni della Metro, che stavolta avremo modo di conoscere più approfonditamente. Da una parte La Linea Rossa, composta da idealisti e nostalgici del periodo comunista di Stalin. Dall'altra, Il Quarto Reich, o Imperialisti, che intendono purificare il mondo da chi è diverso da loro. Nel mezzo, infine, troviamo L'Ordine dei Ranger, o Spartani, che cercano di mantenersi neutrali rispetto all'eterna guerra che coinvolge le altre fazioni. Divenuto ormai un Ranger, Artyom sarà l'ago della bilancia in questa lotta senza quartiere: in quale modo, però, è ciò che più rende affascinante la sua avventura.

Essendo il secondo capitolo di Metro 2033, non troviamo sostanziali differenze tra i due titoli per ciò che concerne le meccaniche di gioco. Il comparto FPS risulta sempre molto buono, con avversari umani capaci di dare filo da torcere se non eliminati in maniera rapida e precisa, e scontri coi mostri resi più interessanti dalla nuova varietà degli stessi. Sono anche presenti nel gioco una manciata di Boss Fight, seppur non particolarmente impegnativi, da affrontare. L'armamentario a disposizione di Artyom viene ampliato, con nuovi fucili d'assalto, mine di prossimità e un vero e proprio fucile di precisione, disponibile molto (troppo) in là nella storia. La difficoltà generale degli scontri ci è sembrata leggermente più elevata di quanto visto in precedenza, portando ad un utilizzo più frequente dei medikit curativi.
L'aspetto Survival del gioco è nuovamente da lodare, cominciando dalla scelta di escludere mappa e minimappa. Possiamo invece usufruire di una bussola che se usata occupa entrambe le mani e preclude l'uso delle armi, o un contatore Geiger da ascoltare sempre per non ritrovarsi rapidamente in fin di vita a causa delle elevate radiazioni. Per quanto tutte queste scelte audaci rendano l'esperienza di gioco molto più immersiva, un brevissimo tutorial iniziale non avrebbe guastato: che la torcia o le armi a pressione possano essere ricaricate con la pressione ininterrotta di un tasto, insieme ai click del mouse, non è qualcosa che dovremmo leggere solo nei consigli delle schermate di caricamento.

Se il vostro pc è stato in grado di far girare senza problemi Metro 2033, non ne avrà neppure stavolta. Il gioco risulta sempre fluido e ottimizzato adeguatamente, grazie ai fix ricevuti con la versione Redux (che è quella da noi giocata).
Ricordiamo infine che Metro Last Light Redux è disponibile per PC, Xbox One, Playstation 4, e da poco anche su Nintendo Switch.