Ormai il nome del Bloober Team non è più relegato alla conoscenza di una piccola nicchia, dopo l’ottimo Medium per Xbox Series X|S e PC uscito lo scorso anno, la software house polacca ha guadagnato una certa popolarità. Dopo questo discreto successo ottenuto sul piano mainstream, vediamo ora affiorare sul Nintendo eShop di Nintendo Switch un titolo molto meno conosciuto: Layers of Fear 2, lavoro dei Bloober risalente al 2019, che approda solo ora sull’ibrida di casa Nintendo. Un titolo molto più grezzo, dall’aroma prettamente indipendente che però, proprio per questa sua natura, offre spunti decisamente interessanti.
Layers of Fear 2 è un survival horror psicologico in prima persona, nel quale vestiremo i panni di un attore intento a girare un film a bordo di una misteriosa nave da crociera. Tra le cabine di bordo e abbandonate e gli spazi di servizio dell’imbarcazione, però, scopriremo che questa non sarà solo la comune ambientazione di un film.

La struttura della paura
Strutturalmente, l’ultima fatica dei Bloober è un gioco estremamente semplice: il gameplay è secondario, e il giocatore si limiterà, per la stragrande maggioranza, del tempo ad aprire porte ed abbassare leve per progredire all’interno degli intricati livelli disegnati dagli sviluppatori. Parlando di interattività, infatti, questo è certamente il punto più debole del gioco: oltre al banale camminare, tutto ciò che ci sarà concesso fare consisterà nel risolvere alcuni enigmi, che sfortunatamente sono quasi sempre molto facili, poco stimolanti e, oltretutto, davvero poco numerosi.
Attraverso le 5-6 ore di gioco, sarà nostro compito farci strada attraverso i claustrofobici corridoi della nave, che nasconderanno insidie dietro ogni angolo. Il level design di tutte le zone è ben curato, e utilizza tutti gli escamotage noti della scuola horror classica: corridoi lunghi, bui e stretti, magari con una singola porta chiusa al termine del corridoio stesso, che costringe il giocatore a girarsi e trovare qualche sorpresa dietro di lui.
A volte ci si troverà a dover scappare dai nemici, dei quali non entro nel merito per evitare spoiler, ma sostanzialmente tutte le sezioni di fuga sono strutturate nel medesimo modo: avvistiamo il nemico, corriamo nella direzione opposta, schiviamo qualche ostacolo e chiudiamo una porta alle nostre spalle per impedire al nemico di seguirci oltre. Al di là di qualche jumpscare, tutte queste sezioni rimangono piuttosto dimenticabili.

Gli strati della paura
Quanto alla trama di Layers of Fear 2, questa è estremamente contorta e frammentata. La storia si divide in 5 atti e, come già detto, interpreteremo questo attore intento a “costruire un personaggio”. Ogni atto ci porterà in una differente ambientazione, e più ci addentreremo nel vivo dell’avventura, più ciò che ci troveremo di fronte assumerà caratteri allegorici e inquietanti.
Nel corso della nostra visita all’interno della nave troveremo anche molti riferimenti cinematografici a film estremamente famosi, come Shining o Le voyage dans la lune, delle citazioni molto intelligenti e divertenti da scovare all’interno degli scenari.
Il problema della trama di questo titolo non sta tanto nelle intenzioni o nel concept, che tra l’altro risulta anche molto interessante, ma piuttosto nell’esecuzione: è tutto troppo vago, confuso, lasciato all’interpretazione del giocatore e senza una reale risposta. Gli oggetti che troveremo lungo la nostra avventura ci “parleranno” come se evocassero dei flashback, e da questi piccoli frammenti di passato sta a noi cercare il bandolo della matassa, e capire cosa sta realmente succedendo su questa nave.
Insomma, Layers of Fear 2 sembra voler raccontare una storia metaforica, esistenziale e molto profonda, ma alla fine della fiera tutto ciò che rimane è solo un grande senso di inquietudine: la sceneggiatura nasconde dietro un velo di ambiguità la sua stessa coerenza, e tutto questo solo per fare effetto, lasciare il giocatore spiazzato. Benché questa sia una scelta comune a molti giochi horror, personalmente non la trovo una soluzione sufficientemente ambiziosa, e un approccio narrativo più diretto, secondo me, avrebbe giovato al titolo, dandogli una spinta in più.

La forma della paura
La messinscena, in favore sia della sceneggiatura che del gameplay, è certamente il punto di forza più grande di Layers of Fear 2. Non si può certo dire che gli sviluppatori non abbiano posto cura nel comparto sonoro e nella creazione degli scenari. Il titolo utilizza un audio binaurale (quindi godibile al massimo solo tramite cuffia), di qualità veramente alta: l’esperienza uditiva è estremamente suggestiva, e spesso ci capiterà di sentire rumori provenienti dalla stanza affianco, passi che risuonano al piano di sopra e così via. Anche la colonna sonora è di pregio, e contribuisce in maniera attiva a rendere tutto il complesso molto inquietante.
Graficamente, la versione Nintendo Switch si comporta sorprendentemente bene. Con la console in modalità TV, il gioco regge senza troppi problemi i 30 FPS in 1080p, e giocando in portatile lo stesso framerate a 720p. Il livello di dettaglio non farà gridare al miracolo, le texture sono visibilmente a bassa risoluzione e gli effetti particellari sono molto meno presenti rispetto alla controparte PC, ma mi sento di dire che gli sviluppatori hanno fatto un ottimo lavoro considerando l’hardware limitato su cui il gioco è costretto a girare in questo caso. Purtroppo rimane un gioco molto più godibile sul PC, grazie all’utilizzo di mouse e tastiera per muoversi più agevolmente nei livelli, quindi la versione Switch è da considerare solo per quelle persone che hanno davvero bisogno di giocare in mobilità.