Last Stop è una piccola opera indipendente che rischia di attirare l'attenzione solamente del videogiocatore ornivoro. Le informazioni che uno store può offrire (trailer, immagini, descrizione generica) non gli attribuiscono un appeal accattivante, e lo rilegano sotto l'etichetta di un gioco riempitivo e poco necessario. In effetti, sembra non ci sia una vera ragione per cliccare su "acquista", a meno che non siate quel tipo di giocatore che ama esplorare nuove esperienze. Il prezzo poi, non è neanche proibitivo, quindi perchè no? Diamogli una chance. Ciò che ha portato me a dare una possibilità a questo titolo è stato un banner nell'app di Xbox Game Pass, comparso al momento giusto, mentre ero in cerca di un'esperienza poco impegnativa, da portare a termine nel giro di uno, o al massimo due pomeriggi liberi.
Last stop è un'avventura interattiva in capitoli, come mo' di episodi di una serie TV. Racconta di strane circostanze che legano una manciata di persone, con una struttura e una qualità generale che si può accostare a quella di una serie low budget all'inglese. Quella "economica" è l'unica spiegazione che mi sono riuscito a dare per aver "visto" (perchè di giocato, vi anticipo, c'è stato veramente poco) questo racconto in questo. Ludicamente parlando non suderete per evitare il game-over e non compirete molte azioni se non qualche quick-time event (non molto quick) e la continua scelta dei dialoghi che non cambierà le sorti del racconto. Il filo narrativo è infatti unico, e al giocatore viene concesso solo di dare un tono alle risposte dei protagonisti senza aver mai in mano le redini dei loro destini.
I protagonisti, per l'appunto, sono tre: un uomo di mezz'età, che non si sente realizzato ma con una simpatica e amorevole figlia a cui non riesce a stare dietro, una tipica madre in carriera, che non ha tempo da dedicare alla famiglia, e una liceale che ama cacciarsi nei guai. Ogni capitolo è suddiviso in tre parti, ciascuna delle quali viene dedicata a uno dei personaggi. Ovviamente questi, ai fini del racconto, sono lontanamente collegati, e bisogna ammettere che l'intreccio che andremo a sciogliere è piacevolmente tessuto su una regia e una scrittura che mostrano i muscoli dai primissimi capitolo. Tutto questo è condito con elementi arcani, a tratti fantascientifici, che funzionano nell'intento di incuriosire il giocatore quanto basta per spingerlo ad andare avanti. Purtroppo i ritmi narrativi lasciano presto spazio a situazioni riempitive, poco stimolanti, per poi giungere ad una conclusione totalmente stonata con il resto del racconto.
Nonostante tutto la storia riesce a essere sufficientemente curata per superare l'asticella dell'accettabile, e il fatto stesso che sia giunto fino ai titoli di coda giustifica un voto premio per chi ha messo su' questo piccolo progetto videoludico. Dal canto tecnico, la produzione mostra i sui limiti anche nell'aspetto, con una grafica grezza, seppur sufficientemente dettagliata per essere rendere le espressioni e le animazioni credibili. Queste ultime sono goffe e simpatiche; le inquadrature e la colonna sonora sono di pregevole fattura; il setting di gioco è sufficientemente elaborato, ma risente dei limiti di personale e budget. Tuttavia scivola tranquillamente in secondo piano. Le dinamiche di gioco, come già detto, sono insufficienti allo scopo del puro intrattenimento, che grava completamente sul comparto narrativo, lasciando al giocatore solamente l'illusione di interagire con l'ambiente e gli altri personaggi. Il controller si trasforma in un telecomando che richiede più azioni per passare al capitolo successivo, e di certo non lo userete per videogiocare.