Ne è passato di tempo da quel 15 Marzo in cui abbiamo messo piede per la prima volta a Washington DC e da allora The Division 2 è mutato, aggiornamento dopo aggiornamento, raffinando e ampliando sempre di più quello che è stato uno dei migliori pacchetti di contenuti presenti al lancio in un gioco. Con l'avvento dell'anno 2, con quello che è passato alla storia come Title Update 8, TD2 ha visto un ritorno alle origini, un ritorno a quella New York dove tutto ebbe inizio.
New York, New York...
Il DLC Warlords of New York ha riportato gli agenti nella Grande Mela, molto mutata da quella distesa di ghiaccio e neve che ricordavamo: adesso è estate e la nuova zona sud dell'isola sembra un'ambientazione quasi nuova. La nuova mappa esplorabile non ha luoghi in comune con quella che fu la mappa del primo capitolo, tuttavia il level design è stato particolarmente apprezzato per la cura nei dettagli e l'estensione esplorabile che, seppur mancando di una nuova Zona Nera (che resta presente solo a DC), resta davvero una valida aggiunta in termini di esplorazione e contenuti. La storia subisce un salto di qualità portandoci faccia a faccia con il nostro ex conoscente Aaron Keener, un agente traditore che muoveva i fili dietro a tutti i casini successi a NY. La nuova campagna principale, della durata di una scarsa decina di ore, ci vedrà affrontare i 4 luogotenenti di Keener, ognuno ben caratterizzato e con una serie di missioni dedicate, durante le quali potremo salire di livello, fino a raggiungere il nuovo level cap 40, necessario per affrontare lo scontro finale con Keener stesso.
All'interno di questo segmento hanno trovato posto le nuove skill aggiunte, una per ogni luogotenente sconfitto: sì perché Massive, in questo nuovo update, ha previsto, tra le molteplici aggiunte, anche la presenza di 4 nuove skill e un sistema totalmente rivisto riguardante il punteggio gearset nell'end game e la sua progressione. Proprio sull'end game Warlords of New York fa la sua mossa migliore, soppiantando il vecchio sistema di punteggio gearset e sostituendolo con un nuovo sistema di progressione basato su un punteggio shade, nel quale le fatiche spese per salire di livello non restano fini a loro stesse ma vengono spese sotto forma di punti per aumentare i nostri parametri e potenziare il nostro agente in maniera permanente. Una meccanica, insomma, che ha donato lunga prosperità a un sistema di punteggio endgame obsoleto ereditato dal primo capitolo.
Non sono mancate naturalmente tutta una serie di novità riguardanti il sistema delle build, sistema che dal lancio del gioco è stato totalmente rivisto con il fine di essere semplificato e maggiormente diretto nella fase di costruzione: sono infatti spariti tutti i talenti che prima erano presenti su ogni componente delle nostre build, diventando esclusive dei pezzi corazza e zaino, semplificando da un lato la costruzione dal punto di vista sinergico di una nuova build e dall'altro indirizzando meglio la componente di farm, ora facilitata da una mappa con zone designate al farm di questo o di quell'oggetto specifico. Proprio quest'ultima componente ha fatto parlare di sè in tono negativo, additata come probabilisticamente troppo punitiva e poco generosa ad alte difficoltà di gioco. Un aggiornamento dopo l'altro ha però arginato questo malcontento introducendo cambiamenti significativi che ad oggi portano il sistema a un buon punto di equilibrio, tra un farm non esasperante e un gioco che comunque non ti rende di certo la vita facile.
L'anno due, tuttavia, non ha portato con se New York come update fine a se stesso: sulla base della campagna di Manattham, infatti, sono state aggiunte le cacce all'uomo, eventi mensili strutturati in maniera analoga alla caccia di Keener, eventi che ci mettono mese dopo mese di fronte a un luogotenente e alle sue relative missioni e che, una volta sconfitti, ci permettono di giungere il bersaglio finale che, una volta sconfitto, ci ricompenserà con una nuova skill introdotta. Insomma, un sistema di eventi programmati in serie, a rotazione, con un unico filo conduttore che ripercorre il sistema di Warlords of New York, tenendoci ben impegnati in vista di un cospicuo premio finale.
Operazione Cavallo d'Acciaio
Come non parlare poi del nuovo Raid a 8 giocatori che si è rivelato essere una delle migliori aggiunte di sempre, nonché innovazione unica di questo capitolo della serie. Dall'ultima recensione su gametales.it sono stati aggiunti ben due Raid, uno all'aeroporto che ormai i giocatori conoscono come le loro tasche, e il più recente "Operazione Cavallo d'Acciaio" che ha visto la luce a seguito del lancio del DLC. Proprio quest'ultimo è mutato in parte nella filosofia: se con il primo abbiamo dovuto combattere fianco a fianco con i nostri compagni all'interno di alcune meccaniche che richiedevano una buona sinergia e tanta potenza di fuoco, ora il nuovo Raid ci porta difronte a un lavoro di gruppo molto più preciso e di coordinazione, un sistema che vuole sì vederci svuotare interi caricatori contro mob e boss più che mai agguerriti, ma che, prima di ogni altra cosa, vuole che gli otto giocatori siano un'unica macchina coordinata al millimetro su ogni meccanica. Personalmente questo nuovo raid mi ha ricordato più da vicino quelli che erano i raid di Destiny 2, un sistema avvincente e che dà grande soddisfazione ai giocatori.
Fino all'ultimo piano
Ottima altra aggiunta da citare, seppur meno avvincente dal punto di vista del gameplay, è la nuova missione "Summit", una sorta di rivisitazione della modalità Resistenza del primo capitolo, all'interno della quale ci troveremo a scalare un grattacielo di 100 piani divisi per difficoltà sempre crescenti via via che ci si avvicina alla sua sommità. Il sistema procedurale genera per ogni piano nemici e obiettivi casuali, rendendo il gameplay variegato in quella che però resta una cornice abbastanza piatta, dove, piano dopo piano, ci sembra di rivivere un continuo déjà vu. Sicuramente un'aggiunta apprezzata, ma che alla lunga probabilmente tenderà a essere sempre meno praticata una volta ottenute le ricompense finali.
Insomma, da quel 15 marzo i cambiamenti si sono visti e non sono stati pochi, cambiamenti che si sono dimostrati davvero azzeccati e ben riusciti: scelte non tutte propriamente vincenti, ma sicuramente nel complesso abbiamo visto migliorare quello che già era uno dei migliori titoli al lancio, in un periodo storico in cui i videogames escono sempre più scarni e poveri di contenuti, i quali, sempre più spesso, arrivano nel tempo sotto forma di DLC a pagamento e, in questo caso specifico, anche un po' in ritardo per tenere attiva una community.
Leggi la recensione originale: The Division 2
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