Dato che l'ultima recensione pubblicata sulle pagine di questo sito risale a troppi mesi fa, ho deciso di ricominciare la nuova stagione delle review proponendo un titolo che ho recuperato quasi casualmente durante il break estivo. Complice di questo inatteso incontro è stata quasi sicuramente la mancanza di titoli di spessore in questa particolare parte dell'anno, mentre la carrellata di rinvii al 2023 continua a svuotare ulteriormente questo 2022 quasi tanto vuoto quanto l'anno precedente.
Chorus è corso in mio aiuto garantendomi circa 20 ore di sorprese tra un gameplay particolarmente divertente che mi auguro di ritrovare al più presto in futuri giochi. Come dicevo, mi è capitato tra le mani quasi per caso, mentre cercavo qualcosa di poco impegnativo per trascorrere il tempo a riparo dal cocente sole estivo al riparo sotto il getto del condizionatore. L'ho pescato dal catalogo ormai vastissimo del PC Game Pass cliccando sul tasto "Sorprendimi". Dopo una veloce occhiata alla scheda di gioco, le parole chiave "caccia stellare", "abilità di controllo mentale" e "combattimenti a gravità zero" hanno attirato la mia attenzione e convinto a riaprire la sezione recensioni di gametales.it.
Di 3D shooter spaziali non ne fanno poi così tanti al giorno d'oggi, e salvo Everspace, che sicuramente è uno dei meno arcade e accessibili ad pubblico di massa attualmente disponibili sul mercato, non ricordo di averne giocati di così belli da quando li impacchettavano in allegato alle riviste di informatica. I più nostalgici torneranno con la mente a Star Fox o a bordo degli X-Wing dei vecchi Star Wars, e in Chorus potrebbero trovare un erede spirituale in grado di portare avanti il genere proprio da dove gli altri lo hanno lasciato.
Il titolo di Fishlabs, infatti, riesce a mescolare sapientemente alcuni elementi di gioco immancabili del genere con strutture decisamente più moderne, seppur i limiti della produzione, specialmente quelli tecnici, danno all'intero progetto più l'aspetto di un esperimento di mercato piuttosto che quello dell'audace produzione che si prende carico di tutta l'eredità del genere. Alcuni di questi limiti rompono eccessivamente l'esperienza di gioco, derivanti forse da scelte obbligata data la dimensione contenuta della produzione.
La nota stonata di questa piccola opera è proprio la narrazione, incapace di rendere giustizia a una trama ben scritta e a una storia che avrebbe meritato qualche sforzo in più per essere messa in scena nel modo più adatto. Il termine "stonato" è inoltre adatto a descrivere il modo in cui la narrazione va in netto contrasto con il gameplay frenetico e all'azione veloce, posizionandosi all'opposto.
Salvo alcune sequenze cinematiche in cui la nostra protagonista, Nara, mette piede fuori dall'abitacolo del suo caccia e mostra al giocatore le emozioni sul suo volto, gli eventi ci vengono raccontati attraverso dei semplici dialoghi via "chiamate" tra i personaggi, affidando praticamente tutto al voice acting. Nonostante questo sia di qualità - specialmente per quanto riguarda l'interpretazione della protagonista - si rivela insufficiente per coinvolgere emotivamente il giocatore nello sviluppo della storia, e spesso, per noia, mi sono ritrovato a ronzare attorno alle navi NPC in attesa che le lunghe conversazioni si concludessero per tornare ad acrobazie e combattimenti. Ancora più noiose sono le sequenze dei ricordi, ovvero scene che mostrano ciò che è accaduto in un dato luogo che non possono essere velocizzate o skippate.
Dato che abbiamo chiamato in causa la capacità di Nara di rivivere dei ricordi abbandonati nello spazio profondo sia da lei che da altri piloti, è bene sottolineare che questo è possibile grazie alle abilità della protagonista, capace di piegare la realtà, entro certi limiti, con la sua "forza mentale". Questo nel gameplay si traduce in abilità speciali che le portano vantaggi sul campo di battaglia, trasformandola nella pilota più temuta del sistema. Questi poteri le sono stati concessi da un particolare addestramento che solo pochi piloti dotati sono in grado di sopportare, e Nara in passato ha usato le sue capacità per aiutare la parte sbagliata dell'umanità a conquistare il sistema. Dall'inizio degli avvenimenti giocati, infatti, Nara è mette in discussione sé stessa, e dovrà maturare nuovamente per riscoprire il pieno potenziale del suo talento e metterlo questa volta a disposizione dei buoni.
Nel gameplay troviamo tutti i punti di forza di questa produzione: un sistema di gioco in continua evoluzione che cambia il modo di giocare dalle prime ore fino all'ultimo scontro. Ho apprezzato in particolar modo il design di questa progressione perchè ad ogni abilità acquisita il gioco lascia al giocatore tutto il tempo di approfondirla, usarla in diverse circostanze, e inevitabilmente si allena a combinarla con le altre già disponibili. Vien facile mettere in scena acrobazie mozzafiato e combattimenti degni di sequenze hollywoodiane dal momento in cui apprendiamo il primo "Rito" (questo il nome delle abilità speciali", quello del Drift, che ci permette di lasciar andare la nostra navicella per inerzia mentre siamo liberi di puntare agilmente il muso nella direzione opposta. Così facendo è possibile cambiare rotta agilmente e manovrare la navicella nelle diverse strettoie al chiuso, schivare attacchi nemici o far perdere le proprie tracce agli inseguitori.
Abilità a parte, in uno shooter 3D spaziale non possono mancare le bocche di fuoco che in Chorus si di dividono in tre classi: la tipica mitragliatrice a canne rotanti, il lancia missili e cannoni laser particolarmente efficaci contro gli scudi. I nemici sono a loro volta divisi in diversi archetipi, ciascuno della quale richiede una combinazione differente delle armi a nostra disposizione per essere abbattuto. L'efficacia delle nostre armi dovrà essere adeguatamente potenziata attraverso il negozi e officine localizzati nelle stazioni spaziali, che metteranno a nostra disposizione varianti e modificatori che attribuiranno diverse resistenze e capacità al nostro caccia spaziale.
Il giocatore sarà libero di creare una "build" a sua discrezione a patto che si prenda il tempo necessario per portare a termine le missioni secondarie. E' proprio completando queste che le risorse necessarie vengono messe a nostra disposizione, sotto forma di ricompensa in crediti o progetti per potenziamenti. La struttura delle secondarie, però, non è stata di nostro gradimento dato che le missioni sono ripetitive e le ricompense nascoste fino al completamento. Completare tutte le attività cade abbastanza presto nella trappola del riciclo di contenuti, e l'esplorazione diventa un allunga brodo da mandare giù per forza qualora volessimo ottenere più ricompense possibili prima di continuare la storia principale.
In definitiva il giudizio su Chorus non può essere negativo, specialmente se si tiene in considerazione il fatto che si tratti di una produzione relativamente piccola, lontana dai budget e dalle risorse dei grandi studios tripla A. Portando a termine questo gioco ho riscoperto un genere che ormai davo per morto (specialmente dopo il goffo tentativo di EA con Squadrons) e mi auguro che in futuro un Chorus 2 possa trovare spazio nei progetti di Deep Silver. Intanto vi consiglio di provare Chorus e lasciarvi trasportare dall'elegante ed acrobatico gameplay, in particolar modo se siete sci-fi addicted e innamorati delle ambientazioni spaziali come il sottoscritto.
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