Black Ops Cold War non ha bisogno di presentazioni: è un Call of Duty, una serie che fa parte delle nostre vite ormai da 17 anni. Questo è un periodo d'oro per lo sparatutto di Activision, grazie all'enorme boom di popolarità derivato dalla pubblicazione di Warzone, battle royale stand alone, riconosciuto un po' da tutti come il motore che sta trainando la saga a vette sempre più alte. La rotazione degli studi associati ad Activision ci riporta in casa Treyarch (in collaborazione con Raven Software) con un nuovo (vecchio) Black Ops; si ritorna alle un po’ origini con questa ambientazione anni 80’ nell'intenso e controverso periodo della Guerra Fredda. Il gioco infatti si colloca cronologicamente alcuni anni prima degli avvenimenti di Black Ops 2 (dei capitoli ambientati nel passato, s'intende). Ma stilisticamente siamo molto vicini al primo capitolo, e il feeling dato dal gioco è completamente diverso rispetto al Black Ops più recente: è qualcosa di nuovo. Passando in rassegna le tre principali modalità di gioco cercheremo di rispondere alla domanda che ci stiamo chiedendo ogni volta che sentiamo parlare di un gioco Trayarch: Black Ops è tornato?
Campagna
Questa modalità è stata realizzata in collaborazione con Raven Software che ha alleggerito il carico di lavoro sul team Tryarch, il quale ha potuto dedicato completamente alla parte multigiocatore con maggior attenzione. Durante la storia vestiamo i panni di un solo personaggio, nome in codice Bell, al quale dovremo costruire ui identikit a nostra discrezione. La parte interessante è che potremmo scegliere due abilità principali da assegnarli, un piccolo tocco di nuovo che non ci era mai capitato di incontrare nella saga prima d'ora. Le missioni sono ambientate in diverse parti del globo: passeremo dal Vietnam all’Ucraina, passando anche nella Germania divisa e in Turchia. Le missioni sono di tipologie diverse, come da tradizione, e verremo catapultati in azioni di assalto a testa basse, sequenze di cecchinaggio puro ma anche a sezioni stealth. E' stata introdotta anche una interessante meccanica basata su indizi da recuperare che integreranno le missioni successive, oltre la scelta multipla in alcuni dialoghi che rompe piacevolmente la linearità del racconto che ha sempre caratterizzato ogni Call of Duty.
Nel comparto tecnico ci sono alcune problematiche. Prima fra tutte è da segnalare l’intelligenza artificiale dei nemici, rimasta notevolmente indietro rispetto ad altre produzioni. Aumentando la difficoltà il risultato non cambia: la sensazione di combattere con nemici "stupidi" non cambia, i loro movimenti sembrano forzati e lasciano troppo spazio al giocatore per sparare, incapaci di cercare riparo dietro le varie coperture presenti nella mappa. I caricamenti poi sono decisamente lunghi su console di questa generazione, anche se il risultato cambia, se non addirittura svanisce, quando facciamo girare il gioco su PC (piattaforma su cui l’ho giocato) o sulle console di nuova generazione.
Multiplayer
Passiamo adesso a ciò che spinge i giocatori a compare un Call of Duty, le modalità multigiocatore, il vero core dell'esperienza offerta dalla serie Activision. Questo si presenta bene, con dinamiche diverse allo scorso capitolo ma che non abbandona, neanche questa volta, la tipica frenesia degli scontri. Le modalità sono le classiche, quelle che siamo sempre stati abituati a giocare, che però non si sposano sempre alla perfezione con tutte le mappe. Queste risultano spesso difficili da gestire e in alcune modalità hanno un sapore diverso e ci spingono a cambiare il modo in cui giochiamo, ad adattarci alla situazione, e questo ci è piaciuto. In termini di quantità le mappe al lancio risultano poche e alla lunga il peso della ridondanza pesa un po'. Questo "problema" ha già una soluzione dato che è cosa certa l'arrivo di nuove locations per gli scontri multigiocatore nei prossimi mesi. La modalità che ho trovato più divertente è stata "Bomba Sporca", un connubio tra Warzone e i Deathmatch a squadre. In questa viene riproposta la meccanica delle corazze in un contesto di gioco decisamente più esteso che giustifica la presenza di mezzi bellici come carri armati e serie di punti nascosti nella mappa di gioco: ideale per chi ama la dinamicità dello scontro sulle varie distanze.
Sulla varietà e qualità delle armi non ci si può assolutamente lamentare. Sono bilanciate abbastanza bene e la laoro efficacia dipende da quanto bene riusciamo a utilizzarle e a quanto bene ci muoviamo nella mappa. Ovviamente non mancano gli attachments per migliorarne le statistiche e personalizzarne l'aspetto.
Il time to kill è soddisfacente, leggermente più alto rispetto a Modern Warfare, e ci permette di reagire e di vincere i gunfight nel caso fossimo gli ultimi ad iniziare a sparare. Ciò che mi è piaciuto è la presenza della barra della vita, visibile nella parte bassa dello schermo e sulla testa dei nemici durante il puntamento, che ci permette di avere un chiaro riferimento su quale calcolare il rischio e l'efficacia di ogni azione di gioco.
Parliamo adesso dello Skill Based Matchmaking che, diciamoci la verità, non fa contenti milioni di assidui giocatori. Questo basa gli accoppiamenti in base al rateo uccisione/morti e altri fattori che secondo lo sviluppatore determina la bravura del player. Questo però ci da spesso la sensazione di essere impreciso e capita frequentemente una selezione di giocatori che si rivela frustrante. Sicuramente gli va dato un po' di tempo per calibrarsi al meglio, ma l'esperienza di giocatori "nella media" potrebbe rivelarsi in un primo momento totalmente fuori portata. Io, ad esempio, non mi reputo un giocatore fortissimo e ho mantenuto una media di 1,2 di ratio riuscendo a giocare partite in cui raggiungevo anche i 2,5 nelle prime partite. Dopodiché sono stato buttato solamente in lobby eccessivamente superiori alle mie capacità: un salto per niente graduale e quasi puntivo che mi ha visto costretto a “tryhardare”. Tutto sommato questa è una caratteristica che ha sempre fatto parte dei Call of Duty e, anche se particolarmente accentuata in questo episodio, fa tutto parte del gioco. Insomma frustrazione a parte ci si diverte.
Anche quest'anno siamo costretti a ripeterci: gli spawn-point nel multigiocatore sono pessimi. Come al solito ci si ritrova sempre a rinascere spalle al nemico che non ci dà il tempo di muovere neanche un passo, e mi è capitato veramente molto spesso. Altro punto sono i passi degli avversari a cui bisogna fare molta attenzione, talvolta sono molto chiari e si riesce a determinare facilmente la direzione in cui aspettarsi un nemico, altre volte si rimane fregati da una gestione direzionale dell'audio un po' approssimativa. Ma nonostante i problemi, i soliti fastidiosi problemi, la modalità è molto apprezzabile, e anche se si ripresentano puntualmente ogni edizione il team di sviluppo potrebbe cavarsela con la pubblicazione di piccoli aggiornamenti. Se anche non lo facessero riconosciamo che l'esperienza di gioco, tutto sommato, non è niente male.
Zombie
Zombie è iconica per la serie Black Ops e quest’anno è stata completamente rivisitata: è tutto nuovo. Abbiamo infatti una nuova storia, anche se di scrittura poco ispirata, ma hey, a cosa serve in queste circostanze? Ci troviamo in una base costruita dai nazisti in cui sono stati condotti dei terribili esperimenti. Sia gli USA che l'URSS stanno indagando sulla faccenda e inevitabilmente il giocatore si ritroverà nella scomoda situazione di far fronte a orde di non morti infuriati. Molti sono richiami infatti “Nacht der Untoten”, la mappa in cui tutto ebbe inizio.
In questo capitolo abbiamo uno stravolgimento totale della modalità. I livelli sono unificati con quelli del multiplayer, così come le armi. Il giocatore avrà la possibilità di coominciare una partita utilizzando direttamente le classi personalizzate per il multigiocatore e sentirsi perfettamente a suo agio con la propria attrezzatura. Utilizzare l'equipaggiamento ci garantirà dunque la possibilità di continuare a livellare un arma in Zombie per poi utilizzarla in Multiplayer e viceversa. In gioco sono disponibili anche altri equipaggiamenti, come da tradizione, e questa volta le armi sono caratterizzate da un sistema di rarità riconoscibile grazie alla cromatura che le avvolge, proprio come in Warzone. E' ovviamente possibile anche droppare a terra un'arma per passarla ad un compagno: banale ma utlie.
I protagonisti indiscussi di questa modalità sono gli zombie che però sembrano leggermente più docili in questa edizione. In passato erano molto più difficili da uccidere ai livelli più alti, ma ora il feeling sembra nettamente differente, meno punitivo specialmente per chi si avvicina per la prima volta all'esperienza. E' stata inoltre introdotta la barra della vita anche in questa modalità, anche per i nemici. Non mancheranno ovviamente zombie pesanti, molto più resistenti, e Boss spugna a cui dovremo sparare una miriade di colpi, alla quale ricambieranno con attacchi devastanti.
L'obiettivo è quello di completare una mappa andando a fondo con scontri e ricerche per poi arrivare all'estrazione che questa volta avviene con il supporto di un elicottero (altra piccola novità). Al termine della partita otterremo dei cristalli essenziali che hanno la funzione di migliorare le "bibite" tipiche della modalità che ci daranno maggiori possibilità nei livelli più ostici.
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