Annunciato durante i The Game Awards del 2022, Death Stranding ha continuato a far parlare di se in continuazione, e fino alla sua uscita non ci aspettiamo altro che nuove informazioni da parte del team, che sta confezionando il seguito che prende ufficialmente il nome di Death Stranding 2: On the Beach. Ma rispolverando da vecchie informazioni condivise dallo stesso game designer, vogliamo condividere nuovamente con voi un dettaglio che non è possibile sottovalutare quando si parla di un'opera così fortemente narrativa. L'informazione in question è stata condivisa proprio sul palco dei The Game Awards 2022, quando per la prima volta sono state mostrate le immagini di questo nuovo capitolo:
La storia di Death Stranding 2: On The Beach è stata completamente riscritta da Hideo Kojima dopo la pandemia di COVID-19. Se Death Stranding si è occupato in prima battuta di riflettere sullo stato del mondo e sulla necessità di ricucire una connessione (una critica sociale certo non velata), dal secondo capitolo pare che questo concetto di "riconnessone" possa prendere una piega più significativa.
In un'intervista recente con IGN, Kojima ha spiegato che sentiva che "una storia scritta prima di quell'esperienza non avrebbe avuto lo stesso impatto. È stato lo stesso con l'11 settembre [e Metal Gear Solid 2]. La finzione cambia quando accade qualcosa di così grande. Quando accade qualcosa che nessuno pensava fosse possibile, le opere di finzione scritte prima diventano meno efficaci come intrattenimento."
Ecco perché ho completamente riscritto DS2 dai temi in su. Non si può fingere che qualcosa di così grande non sia mai successo. Mentre i giochi stessi si basano su personaggi che non sono legati alla nostra realtà, i giocatori stessi hanno vissuto la pandemia, e una storia scritta prima di quell'esperienza non avrebbe avuto lo stesso impatto su di loro, che si trattasse di una storia fantasy o di fantascienza.
Death Stranding era una storia di connessione tra due luoghi distanti, A e B. Come internet, giusto? Potevo fare una videochiamata con l'America, e i nostri due punti si collegavano solo per quel periodo. Questo di per sé non è qualcosa di negativo, ma la verità è che gli esseri umani non sono animali stazionari. Ci muoviamo, e in questo processo incontriamo persone inaspettate, vediamo cose nuove, o anche inciampiamo a volte. Penso che ciò che ci fa evolvere come esseri umani sia l'accumulo di esperienze imprevedibili e casuali. Perciò penso che sia un po' fuorviante precipitarsi senza riflessione nel metaverso o nella Porta Universale di Doraemon solo perché è successo qualcosa come il Covid.
Creare connessioni era la cosa giusta da fare in Death Stranding, e ci sono molte persone isolate che sono riuscite a sopravvivere grazie alle connessioni una volta che la pandemia è davvero scoppiata. Mi chiedo solo se dovremmo farlo solo tramite internet
Sta di fatto che dovremo attendere ancora almeno un anno per toccare con mano questo nuovo prodotto, e verificare quanto di questa esperienza trascorsa sia percepibile nella nuova direzione narrativa.
Per restare aggiornati su Death Stranding 2: On the Beach vi invitiamo a tornare sulle nostre pagine, dato che condivideremo e discuteremo con voi tutte le informazioni che Kojima e co. condivideranno nelle prossime settimane.
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