Dopo aver passato una giornata con il mio collega “BeagleWarlord” a fare il Bartolini, o fattorino spaziale, con clienti poco disponibili nelle consegne, eccoci di nuovo su Port Olisar. Alzati dal letto nelle nostre rispettive stanze ci rendiamo conto di non essere nella stessa camerata, ma in sezioni diverse della stazione spaziale. Così, per non perdere tempo, il mio compagno si dirige a richiedere la nave al ponte di comando ed io mi dirigo nella sua sezione. Ma, sarebbe stato meglio non farsi prendere eccessivamente dall’euforia per la partenza: la nave non è disponibile nella stazione. Probabilmente è lì, in qualche punto remoto dello spazio, dove l’abbiamo dimenticata. Bisogna attendere quindici minuti per il recupero e il trasporto in una piattaforma di atterraggio. Allora sorge spontanea la domanda: ”e se la nave non fosse stata assicurata?”. Ai posteri l’ardua sentenza…
Per ammazzare l’attesa, faccio visita ai vari negozi presenti nella stazione, uscendo da questi con alcuni acquisti: una nuova tuta e un mitra SMG per la difesa personale. Equipaggiati i nuovi elementi dall'inventario del mio mobiglas, mi incammino verso BeagleWarlord ma non ci sono vie di passaggio interne. Non ci sono corridoi o porte che mi collegano alla sua sezione, ma la partenza è oramai imminente. In fretta esco fuori dalla stazione e mi lascio andare nello spazio a gravità zero, sfruttando le capacità della tuta per raggiungere la nostra nave pronta alla piattaforma B08. Arrivato, trovo il portellone già aperto per salire a bordo e mi accomodo alla postazione da copilota.
Si parte. Direzione sistema Stanton, pianeta Hurston, città Lorville, per un viaggio complessivo di ben dieci minuti fino all’arrivo nell’atmosfera del pianeta. Ebbene si, dopo diversi salti quantici, rallentati dall’incontro di altri pianeti sulla traiettoria, ci tocca affrontare la discesa sul pianeta verso l’enorme città che ci ospiterà. Più ci avviciniamo e più ci rendiamo conto di quanto sia grande e di quanto tempo occorrerebbe per visitarla tutta. Ce la faremo mai? Intanto atterriamo.
Solito problema delle comunicazioni che il pilota stesso dovrà risolvere. Purtroppo da copilota potrei fare la richiesta ma il sistema di atterraggio non entrerebbe in funzione. Così, planando sulla città stando attenti alle barriere che ne restringono l’area protetta, la richiesta di atterraggio viene accettata e i portelli del Gate 6 si aprono per farci entrare.
Siamo euforici. Atterraggio effettuato con successo, pronti per esplorare! I problemi, però, a quanto pare ci seguono anche qui. Non trovo più il mio compagno: sparito nel nulla. Lo chiamo ma niente, mai sceso dalla nave e su di essa non vi sono tracce della sua presenza. Rassegnato, decido di iniziare ad esplorare e cerco una porta per uscire dal gate ed entrare in città. Tutte chiuse! La ricerca continua finché all’improvviso vengo catapultato nello spazio infinito, con tutta la nave, da una forza misteriosa.
La nave è in avaria, tutto si fa nero e non vedo più nulla. Dopo qualche secondo apro gli occhi, sono steso su un letto a riposare tranquillamente. Sarà stato solo un brutto sogno? Eppure guardandomi meglio intorno noto che non è la mia solita stanza. L’ambiente è meno spartano, più spazioso e anche i rumori che si percepiscono sono diversi. Come sono arrivato fin qui? Apro la porta della camera e scopro di essere in una camerata, ma non è quella di Port Olisar. Sono in un residence di Lorville! Non so precisamente come, ma sono qui!
Chiamo il mio compagno e questa volta mi risponde. “Dove sei?” chiedo. E lui mi dice di essere su Port Olisar. O abbiamo bevuto entrambi troppo dopo lo stress della missione del giorno precedente o siamo atterrati insieme in questa città ma, magicamente, lui si ritrova su Port Olisar e io alla destinazione prefissata solo dopo un misterioso giro nello spazio infinito. Grande Mago!
Inizio così il mio giro per la città. Mi dirigo all’ascensore e scelgo di andare al piano terra. Per le strade c’è gente ovunque, guardie armate su tutti gli ingressi e in giro tra i civili: la sicurezza non manca. Do un’occhiata in giro ma niente attira la mia attenzione tranne le insegne per andare alla metropolitana. La “linea blu” mi porterà allo Spaceport. Forse scoprirò cosa mi è accaduto. La metro, a quanto pare, collega i vari distretti della città e senza di essa non è possibile spostarsi. Per fortuna spostarsi è gratuito, altrimenti si andrebbe falliti!
Le rotaie sono libere e non ci sono persone in coda. Leggo che tra 40 secondi la metro arriverà su entrambe le linee A e B. Puntualissima arriva in stazione e apre le porte per salire a bordo.
Durante il viaggio si vede tutto il distretto commerciale e industriale della città, pieno di container proveniente da chissà dove. Una voce comunica che stiamo raggiungendo la fermata per Teasa Spaceport. Penso proprio sia la mia fermata.
Esco dalla metro e, dopo una serie di scale, mi ritrovo in una piazza di raccoglimento. Ci sono diversi sportelli amministrativi a cui chiedere informazioni e consegnare pacchi ma, come al solito, non rispondono alle domande e pensano ai fatti loro. Trovo i terminali per richiedere la mia nave che però non risulta in città. Per cui va fatta la richiesta di trasporto in sede per la classica attesa di quindici minuti. Decido di lasciar perdere e continuare l’esplorazione attirato da un manifesto dell’Intergalactic Aerospace Expo. Seguo le segnaletiche ed arrivo alla sala congressi dove sono esposte navi di diverse dimensioni, mercatili, caccia e per mining.
Mi sento come un bimbo che non sa dove guardare e quale scegliere, le vorrei tutte! Provo ad avvicinarmi ad un caccia, piccole dimensioni e ad abitacolo singolo. Scopro che posso fare richiesta per una prova di volo: non esito due secondi. E’ gratis! Sarei stato stupido a non approfittarne. Mi comunicano che la nave è possibile richiederla ad un gate tramite gli appositi terminali. Esco dall’esposizione e vado ad effettuare la richiesta. Nave disponibile al Gate 4. Ma dov’è? Seguo i cartelli che portano ad un ascensore che mi condurrà alla nuova navicella. Ed eccola lì, al centro del Gate 4, con le ali piegate e un grosso propulsore posteriore. Mi fa pensare ad un F-16 futuristico. Per salire a bordo devo aprire il tettuccio e le scalette che mi permettono di entrare nell’abitacolo. All’interno sono presenti due grandi monitor laterali che si estendono in verticale con al centro il radar. Ogni monitor divide l’immagine in due sezioni, simulando la presenza di due monitor in uno. Non ho un copilota, devo gestire tutto da solo. Ma, data la predisposizione della nave, non mi sento affatto preoccupato. Ho solo voglia di decollare.
Con la richiesta di partenza viene subito aperto il portellone sopra di me ed inizio ad uscire dal Gate 4. Direzione? Verso l’infinito e oltre!
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