Spulciando nella enorme mole di documenti negli archivi di game-tales.it, ho rinvenuto delle vecchie pagine logore che hanno catturato da subito il mio interesse. Sembra parlino di alcune vicende piratesche avvenute, non so quanto tempo fa, in qualche sperduto arcipelago in chissà quale angolo del mondo. Ho deciso di approfondire le mie ricerche e di andare un po' più a fondo in questa storia. Ogni giorno che passa riesco a trovare nuove pagine e a mettere assieme i pezzi. Man mano che il racconto prende forma pubblicherò il risultato delle mie ricerche. Ecco cos'ho trovato finora.
Giorno XX, Mese III del primo anno in mare
È da molto tempo ormai che io e la mia ciurma abbiamo deciso di intraprendere questo viaggio alla ricerca di gloria e ricchezze. Iniziare non è stato per nulla semplice. Siamo partiti con solamente quattro stracci addosso e una piccola nave che continuava, letteralmente, a fare acqua da tutte le parti. La vita in mare aperto ha iniziato subito a tirare i primi schiaffi. Tra ciurme di pirati, scheletri mistici e mostri marini, abbiamo perso e riperso i nostri bottini guadagnati onestamente. Eravamo soliti dissotterrare tesori perduti, disinfestare isole da non morti e vendere bestiame a qualche mercante. Una vita dura quella del marinaio di questi tempi. Abbiamo ancora molto da imparare.
Giorno V, Mese IV del primo anno in mare
Io e i miei compari ci siamo imbattuti in diversi personaggi in questi giorni. Siamo venuti a conoscenza di molte storie. Di pirati leggendari, di immensi tesori nascosti e di gloria certa per chi avesse osato sfidare le insidie di questo mare di ladri. Abbiamo deciso che la vita dei gentiluomini non faceva più al caso nostro. Che tutto quello che volevamo era navigare nell’oro e nella gloria. Pirati. Abbiamo imbracciato le nostre armi e sguainato le nostre spade e non ci siamo fermati davanti a nulla, pur di raccogliere tesori e far fuori chiunque ci intralciasse la rotta, fedeli solamente al sacro codice piratesco.
Giorno IX, Mese IV del primo anno in mare
Tracciata la rotta per un forte abbandonato con un enorme nuvola a forma di teschio, abbiamo scoperto che potevamo arricchirci ancora più velocemente. Su queste isole orde ed orde di scheletri continuavano a saltar fuori dalla sabbia per difendere una stanza segreta, la sala del bottino. I problemi però non sono finiti qui. A ronzare attorno al forte, in attesa del momento più opportuno per attaccare, c’erano uno sloop ed un altro galeone. Il primo lo abbiamo bucherellato come fosse un colabrodo, mentre il secondo lo abbiamo fatto saltare in aria con un paio di barili di polvere da sparo, spedendo entrambe le ciurme a far visita al traghettatore dei dannati. Ci siamo poi fatti strada a suon di cannonate, fendenti e fucilate tra le ossa di questi esseri, fino ad affrontare il loro comandante. Messo al tappeto anche quest’ultimo, abbiamo raccolto una strana reliquia dai suoi stracci. Solo dopo esserci grattati la testa per un paio di minuti, ci siamo accorti che la forma della reliquia si incastrava perfettamente con il sigillo della porta che celava i tesori. Dopo esserci rifatti gli occhi di cotanta meraviglia, abbiamo caricato tutte le casse nella stiva della nostra imbarcazione e siamo salpati in fretta e furia verso un avamposto per vendere il carico e cantare la nostra vittoria davanti ad un una bella pinta di grog.
Giorno X, Mese IV del primo anno in mare
Siamo superstiti al più tremendo agguato mai subito. Nel nostro viaggio verso l’avamposto Plunder una strana puzza ha interrotto i nostri canti e le nostre bevute. Le acque sono diventate nere come la pece e dalla loro superficie si sono alzati otto lunghissimi tentacoli giganti. La nostra ciurma è stata più volte decimata, la nostra nave stritolata e percossa. Alcuni uomini venivano risucchiati dai tentacoli e gettati nelle profonde acque nere. Tutto sembrava essere contro la disfatta del mostro ma, alla fine, lo abbiamo cacciato via e spedito i suoi tentacoli nelle profondità. La bestia però non è sconfitta. Più o meno verso le tre e mezzo del mattino, infatti, abbiamo sentito i suoi lamenti. Che si stia solamente leccando le ferite? Non abbiamo mai temuto così tanto per le nostre vite, neanche quando quella volta siamo andati oltre i confini del mare, dove le acque si fanno del colore del sangue e il cielo guarda cattivo chi osa avvicinarsi lì dove il mondo ha fine. Forse un giorno qualcuno scoprirà cosa c’è ai confini di questo piatto mondo.
Giorno XV, Mese V del primo anno in mare
La vita da pirata procede a gonfie vele. Tutte le insidie che questo mondo un tempo ci nascondeva, ora, non ci spaventano più. Ci siamo arricchiti, abbiamo acquistato cose nuove per la “Mala Sorte” (abbiamo chiamato così il nostro galeone), armi degne di un pirata del nostro nome, panni puliti, o almeno meno puzzolenti ma, soprattutto, dei nuovi boccali per brindare alle nostre vittorie, sempre più numerose. Ormai ci siamo fatti una reputazione tra le compagnie di commercio ed i cacciatori di tesori. Sentiamo che il riconoscimento a "pirati leggendari" è ormai vicino.
Durante le nostre soste, abbiamo sentito parlare alcuni mercanti di uno strano tipo avvistato sulle spiagge di Shark Bait Cove. Uno che aveva nuove storie da raccontare. Uno che forse non aveva tutte le rotelle apposto. Passando per di lì, abbiamo deciso di fargli visita e di scambiare due chiacchiere con lui. In questo momento stiamo salpando per dirigerci a Shark Bait Cove.
Giorno XXIX, Mese V del primo anno in mare
Trovare il vecchio pazzo non è stato difficile. A guidare le nostre ricerche è stato un ritmo ed un fischiettio orecchiabile provenienti dalla sponda Ovest dell’isola. Il vecchio, senza un occhio e due gambe, suonava dei canti tribali. Quando gli abbiamo chiesto la sua storia lui ha deciso di raccontarcela, a patto che ripercorressimo i suoi passi e raccogliessimo i suoi diari abbandonati su delle isole. Si preannunciava una nuova avventura, e volevamo scoprire se questa nuova, fantomatica, bestia fosse reale. Prima di salpare per la prima isola, il vecchio, Merrick era il suo nome, ci ha fatto un piccolo dono: un megafono, oggetto utile per comunicare con le ciurme anche a distanza, dato che avremmo sicuramente incontrato numerosi avventurieri. I primi indizi ci hanno portato su un’isola non tracciata da nessuna mappa, poco distante da Shark Tooth Key. Dal diario rinvenuto abbiamo appreso che la bestia evocata da un popolo tribale non rispondeva ad alcun richiamo, se non ad un canto specifico, e che questo non poteva essere eseguito da una sola persona o da una sola ciurma. Da quel momento abbiamo iniziato a navigare, rimbalzando da un’isola all’altra, da un avamposto all’altro in cerca di indizi e persone che avrebbero potuto aiutarci di più.
Giorno XXX, Mese V del primo anno in mare
Dopo un intero giorno a solcare i mari in cerca di indizi, ostacolati dalle mille insidie che si celano tra un’isola e l’altra, siamo tornati da Merrick al quale abbiamo riferito tutte le nostre scoperte. Il vecchio ci ha insegnato il canto, ci ha fornito l’unico strumento necessario per evocare la bestia, ci ha detto dove trovarla e ci ha anche avvisati che una sola ciurma non sarebbe stata sufficiente né per evocare la bestia, né per sconfiggerla. Abbiamo dunque atteso delle ore sulla spiaggia, aspettando che qualche altra ciurma giungesse alle nostre stesse conclusioni, disposta a collaborare per cercare la gloria in mare. A rispondere al nostro appello è stato un equipaggio di quattro persone. Con due galeoni abbiamo salpato alla volta della bestia portando con noi il canto tribale che avrebbe risvegliato la sua ira. In sette abbiamo suonato e cantato quelle antiche note: la bestia non ci ha fatto attendere. Messi da parte gli strumenti per un attimo, abbiamo iniziato a far cantare i cannoni. La bestia era dura a morire. I nostri compagni hanno perso la nave ed un membro del loro equipaggio è scomparso con essa. Abbiamo recuperato i tre superstiti dalle pericolose acque e dato loro da mangiare e munizioni da sparare alla bestia. La creatura non aveva scampo. E’ stata una battaglia lunga. Neanche quando la carcassa del mostro galleggiava inanimata sulla superficie dell’acqua abbiamo trovato il coraggio di avvicinarci per verificare se fosse veramente morta. Riportati gli altri pirati sulle rive di Shark Bait Cove, ci siamo salutati e siamo partiti alla volta di nuove avventure. Ora navighiamo per i mari di questo strano mondo esibendo con fierezza il Megalodonte come nostra chiglia e cantando a squarcia gola la tribale melodia che ora celebra la nostra gloria.
Episodi successivi:
Episodio 2 - Cursed Sails
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