Seguici

Diario di bordo - In Un Mare Di Ladri : "Cursed Sails"

22 aprile 2019

Episodi Precedenti:
Episodio 1 - The Hungering Deep
Giorno XVIII, Mese VI del primo anno in mare

Oro, oro e ancora oro. Il dio luccicante ha tracciato le nostre rotte per giorni e giorni ormai. Abbiamo imparato a memoria ogni singola isola, ogni loro segreto è tracciato indelebile in una mappa nelle nostre menti, dalle più piccole alle più grandi. Stiamo diventando leggenda per tutti i mari, io e i miei compari. Abbiamo assaltato forti maledetti, affondato navi, razziato relitti. Ma, dopo un po' di giorni, abbiamo smesso di farlo per l’oro e abbiamo iniziato per noia. Nelle taverne si raccontava di quanto i pirati stessero mettendo sotto sopra questo arcipelago, spaventando i nuovi avventurieri e allontanando i codardi. Per qualche giorno ci è sembrato che sempre meno marinai volessero salpare in questo mare di ladri e magia. Siamo rimasti noi e non so quanti altri pirati qui fuori, in costante lotta per la supremazia. Ma qualcosa sta cambiando, lo sento nell’aria. Il Megalodonte è stato solo l’inizio. Alcune notti le passo insonni, ad aspettare il lamento del feroce Kraken solo per sentire un brivido di terrore attraversarmi la schiena e sentirmi vivo. Quasi desidero che ci attacchi ancora e ancora, così che possa regalarci nuovamente storie da raccontare. Ma nulla. Che la vita del pirata non ci serbi più le emozioni degli scorsi mesi?

Giorno XXII, Mese VI del primo anno in mare

Curiosa questa giornata. Ci siamo fermati per un paio di giorni in un avamposto a Nord-Ovest di Thieves Haven, io e i miei due compari. Tra una caccia al tesoro e l’altra, abbiamo deciso di gettare l'ancora e riposare per un paio di giorni, bere, festeggiare e spendere tutto il denaro guadagnato. Una volta giunti alla taverna abbiamo notato un volto nuovo. Un tizio che se ne stava per conto suo, seduto al tavolo più vicino al bancone a scambiare quattro chiacchiere con l’ostessa. Per nulla ci è sembrato intimorito dalla nostra presenza. Cosa alquanto strana data la stazza di uno dei miei e il volto poco rassicurante dell’altro. Dopo aver tracannato, in nostra compagnia, una pinta traboccante di grog e divorato un paio di polletti ingabbiati lo scorso dì, il tizio ha iniziato a raccontarci qualcosa che di lì a poco ci avrebbe fatto tornare a fare sogni di gloria. Raccontava di essere un “Topo di Sentina”, e che lui e i suoi compari, venuti da mari lontani, erano in procinto di organizzare delle sfide per veri pirati temerari, e che per loro puro gaudio, erano disposti a sganciare sacchetti colmi di dobloni a chi riuscisse nelle imprese. Incredibile. Ma non abbiamo potuto far altro che crederci quando, dal suo tascone, il tizio ha tirato fuori un sacchetto pieno zeppo di dobloni veri. Le regole erano semplici: basta completare le sfide, guadagnare dobloni ed usarli per riscattare ricompense uniche, che solo un Topo di Sentina era in grado di recuperare da chissà quale strana rotta di contrabbando.

Inutile dirlo. Con un primo posto in palio e delle ricchezze da sperperare, noi gareggiamo!

Giorno XXV, Mese VI del primo anno in mare

La prima sfida è stata la più semplice, quasi imbarazzante per degli esperti come noi. Il “Topo di Sentina” ci ha fornito diversi indicazioni e, grazie ad esse, siamo riusciti con facilità a raggiungere le diverse destinazioni. I Topi di Sentina avevano costruito e piazzato strategicamente degli enormi troni su alcune isole dell’arcipelago. Il nostro compito era quello di raggiungere le alture e spaparanzarci sopra di essi. La parte più divertente è stata quella dove abbiamo deciso di usare i nostri cannoni per arrivare in posti altrimenti inarrivabili. Nei nostri viaggi abbiamo incontrato altri pirati sulla nostra strada ma, per la prima volta, abbiamo deciso di non assaltare le loro navi, anzi abbiamo proposto un’alleanza. D’altro canto, alcuni troni erano veramente troppo spaziosi per una sola ciurma. Tra un trono e l’altro abbiamo compiuto qualche missione, ripulito qualche relitto e condiviso le nostre fortune con i nostri compagni di ventura. Tipi simpatici. A fine giornata, inutile dirlo, abbiamo issato la vela pirata e abbiamo affondato la loro bagnarola con un paio di barili esplosivi. Pirati. Mai fidarsi troppo.

Giorno VI, Mese VII del primo anno in mare

Tornati dal tizio alla taverna di Tina e fatto vanto delle nostre gesta, il Topo di Sentina ci ha proposto una nuova sfida, una sfida “esplosiva” a suo dire. Col senno di poi avremmo dovuto prenderlo sul serio piuttosto che ridergli in faccia. A quanto pare il simpaticone aveva lasciato qualche barile di polvere da sparo su isole infestate da quei fastidiosi scheletri e, probabilmente, detto loro qualcosa per farli incazzare con noi. Abbiamo rischiato la pellaccia diverse volte per colpa di questi. La prima volta che uno di loro ha preso in braccio un barile esplosivo e ha iniziato a correre contro di noi non volevamo credere ai nostri occhi. Novità poco gradita e sicuramente per nulla salutare! Abbiamo visto in faccia il Traghettatore tante di quelle volte che ora sembra essersi stufato di vedere i nostri brutti musi. “Più ne fate saltare in aria e più dobloni avrete” sono state le parole del tizio. Quando lo abbiamo incontrato nuovamente, a missione compiuta, gliene abbiamo cantate quattro, ma, finchè continua a fornirci sacche di dobloni, non vale la pena spedirlo tra i Dannati.

Giorno XIV, Mese VII del primo anno in mare

La terza sfida è stata la più impegnativa. Sembra quasi di aver passato più tempo immersi ad esplorare i fondali, che all’aria aperta. I Topi di Sentina ci hanno raccontato di misteriosi canti provenienti dalle profondità. Canti seducenti come quelli di una sirena, ma che nascondevano un tranello insidioso. Forse troppo codardi per affrontare il mistero che si cela dietro questi canti, il Ratto ha mandato noi. Per riempirci le tasche di qualche doblone in più, è necessario immergerci, trovare la fonte di questi richiami e farli smettere. Così è stato. Abbiamo sentito di molti pirati morire inaspettatamente nel tentativo di compiere l’impresa. Ma noi non siamo così stupidi, quindi abbiamo stabilito delle regole: prendere una bella boccata d’aria prima di immergersi; portare sempre con sé delle banane (non si sa mai quando la fame possa arrivare); la spada è essenziale. Poi, se amate la forza di fuoco, solo l’archibugio fa abbastanza male a quelle cose; mai e poi mai lasciare che i canti di quelle sirene ti rimbambiscano la testa. Infine, la regola più importante: mai e poi mai attaccare una di quelle strane statue da soli se queste hanno un cuore scarlatto. Se queste regole funzionano? Beh, noi stiamo tornando a reclamare i nostri amati dobloni ancora tutti interi.

Giorno XVII, Mese VII del primo anno in mare

Le sfide del Topo di Sentina ci hanno fatti sentire di nuovo bene, ancora una volta affamati di avventure e carichi di dobloni da sperperare in cianfrusaglie e pezze nuove da indossare. Abbiam deciso di salpare ancora una volta per mete sconosciute, lasciandoci a poppa la promessa fatta da quel tipo strano che ci diceva di buttar l’occhio all’orizzonte, là dove la linea del mare si confonde con quella del cielo, per scorgere le vele di un nuovo nemico. “Non saranno prevedibili come quei mezzi pirata con i quali avete incrociato le spade sino ad oggi!” diceva il Ratto. Ovviamente la cosa ci ha fatto gola sin da subito. Rassegnato, il tipo ci ha dato un ultimo consiglio prima di salutarci sganciando il suo debito in dobloni. Ci ha detto di prendere il suo brigantino in cambio del nostro galeone. “La Mala Sorte”, il nostro vecchio galeone ora si gode la pensione in chissà quale porto soleggiato. Ora con il brigantino, in tre, siamo molto più agili per mare e non temiam di fronteggiare qualche nave più grossa della nostra. Ci calza a pennello. Per il nome sembra essere ancora un po' presto, ma siamo sicuri che ne troveremo uno azzeccato molto presto. Un nome che ci porti fortuna!

Giorno XXI, Mese VII del primo anno in mare


Approdati a Shipwreck Bay avevamo fiutato che qualcosa nell’aria era diverso. Soddisfatti del bottino racimolato per mare in questi ultimi giorni, ci siamo diretti verso la taverna per festeggiare, ma, lungo il percorso, per poco non ci saltava il cuore dal petto: dalla cima di un enorme stendardo al centro della spiaggia, uno scheletro privo di tutta la sua parte inferiore allungava le sue grinfie verso di noi urlando come un dannato. Due dei mercanti del posto erano lì vicino, terrorizzati da quell’abominio. Parlando con loro siamo venuti a sapere che diverse flotte di dannati erano giunte nel Mare di Ladri, nel nostro mare, dotati di palle di cannone particolari. Ci sono due cose che non sopporto: il grog servito caldo e ciurme di dannati che reclamano ciò che mi appartiene. Prese le indicazioni per raggiungere la prima ciurma ed acquistata una vela che ci identificasse come difensori di quell’arcipelago, siamo subito salpati per dare la caccia a quei maledetti scheletri e alle loro maledette navi pirata.

Giorno X, Mese VIII del primo anno in mare

Nel pieno del mese più caldo dell’anno ci troviamo ora, mentre scrivo queste pagine, a navigare verso un porto sicuro per vendere tutti i tesori strappati dalle carcasse dei galeoni maledetti. Questo tesoro ci basterà per trascorrere il resto dell’estate in tranquillità, all’ombra delle palme di Thieves Haven, a brindare con i nostri colleghi e a raccontare delle nostre gesta senza precedenti. Tutte e quattro le regioni conosciute di questo arcipelago sono state liberate dalla minaccia delle navi dannate e delle palle di cannone maledette che usano per disorientare e colpire duro il nemico. Ancora oggi mi vengono brividi quando ripenso che, dal nulla, quei galeoni maledetti piombano fuori dall'acqua all'improvviso per far agguato a chi naviga per rotte poco consigliabili. Siamo pronti per nuove avventure, certo! Ma una pausa credo che ce la siamo proprio meritata.

Condividi su

Commenti

Per poter partecipare alla discussione, devi caricare la versione completa del sito. Per farlo puoi cliccare il pulsante qui sotto.

Partecipa alla discussione